Psicanalisti di noi stessi - "Altri aspetti del ricordo di sé"

ESTRATTO DAL TESTO “LA PORTA DEL MAGO”:

La Porta del Mago
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Psicanalisti di noi stessi
(Tratto dal cap.: “Altri aspetti del ricordo di sé”)

L’attenzione è lo strumento più potente che possiamo usare per produrre lo shock che porta la macchina biologica umana nello stato di veglia.
E.J. Gold, La Macchina Biologica Umana
La psicanalisi ha svolto un ruolo di importanza capitale nello sviluppo della coscienza dell’umanità, ma ha ottenuto i suoi risultati migliori solo quando non si è sradicata dalla filosofia ermetica e in particolare dall’Alchimia, cioè dalle tradizioni iniziatiche che concepiscono la felicità e l’equilibrio dell’essere umano unicamente come risultato di un processo alchemico di trasformazione interiore.
Laddove invece la psicanalisi si è separata dalla filosofia ed è scaduta nella scienza da laboratorio, fatta di esperimenti su cavie e statistiche comportamentali, il suo compito si è ridotto a generare giustificazioni per l’immissione sul mercato di nuovi psicofarmaci.
Illustri professori insegnano ormai da un secolo nelle aule delle università – che di “universale” non hanno più niente in quanto sono divenute il regno della specializzazione e della frammentazione del sapere – i principi della psicologia, mentre all’esterno di quelle aule le persone sono letteralmente preda di una dilagante follia e i casi di individui che sterminano vicini di casa o parenti sono in aumento. (Analizzeremo nei capitoli finali il perché di tale fenomeno)
Essi spiegano, con enfasi teatrale, a studenti che ascoltano con malcelato stupore, che se un cane viene punito quando fa la cacca sul divano e nutrito quando riesce a stare in piedi sulle zampe posteriori, tenderà a stare in piedi sulle zampe posteriori piuttosto che fare la cacca sul divano!
Non è comunque mia intenzione criticare l’operato di chi ha trascorso gli anni sessualmente più attivi della sua vita chiuso in casa a studiare queste produzioni del genio umano... d’altronde ognuno fa quello che può con il materiale cerebrale che la natura ha messo a sua disposizione!
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Il mago/alchimista deve essere soggetto e oggetto del proprio esperimento, attraverso il quale egli stesso si trasmuta. Secondo il pensiero di Carl Gustav Jung – uno dei padri della psicologia e un appassionato di ermetismo che si è ampiamente occupato di Alchimia, magia e simbologia – un vero psicanalista deve prima psicanalizzare se stesso, altrimenti non è in grado di aiutare nessuno, in quanto guarderà gli altri attraverso i filtri della sua personalità, e non direttamente “da anima ad anima”.
Lo psicoterapeuta non deve però limitarsi a capire il paziente; è importante anche che capisca se stesso.
L’analizzando deve rendersi conto che l’analisi riguarda lui stesso, che l’analisi è parte della vita reale e non un metodo che può essere appreso meccanicamente.
C.G. Jung, Ricordi Sogni Riflessioni
L’osservazione costante dei comportamenti della macchina biologica e il ricordo di sé ci consentono di creare uno “psicoterapeuta interno”, il «testimone», capace di compiere dei veri e propri miracoli di guarigione sulla psiche. L’osservazione e il ricordo producono inevitabilmente trasmutazione... questo è tutto ciò che ci occorre sapere per cominciare a lavorare su noi stessi.
Se osserviamo a lungo un determinato blocco psicologico – un «composto psichico», come si usa dire in Alchimia –, se portiamo la luce dell’attenzione costante su di esso, gli impediamo di agire indisturbato nell’ombra della nostra psiche come ha sempre fatto. Solo ciò che non conosciamo ancora bene può avere potere su di noi, ciò che viene esposto alla luce è ormai smascherato e ha le ore contate.
Ercole, nel mito dell’Idra dalle nove teste, riesce a vincere il terribile mostro, al quale crescevano due teste ogni volta che se ne tagliava una, inginocchiandosi di fronte a lui per sollevarlo ed esporlo alla luce. L’Idra che nell’oscurità e nella melma della palude era invincibile, una volta alla luce del Sole viene presa da spasmi di agonia e muore.
Allo stesso modo il vampiro è invincibile nella notte, e può rubare indisturbato il nostro sangue, la nostra energia, ma se si trova alla luce del Sole viene immediatamente incenerito.
In Magia tutte le nostre emozioni negative, i vizi e i desideri corrispondono a demoni che vivono nel buio del nostro inconscio, i nostri vampiri interiori, cioè «forze occulte» che, quando costantemente osservate in uno stato di presenza, vengono redente e trasformate in angeli.
Come ho già spiegato nella mia precedente opera, “Officina Alkemica”, a ogni aspetto psichico dell’essere umano corrispondono analogicamente un determinato pianeta e un metallo, ma anche un colore, un minerale, un profumo, un animale...
Se, per fare un esempio, noi riusciamo a trasmutare l’aggressività che si trova nella nostra natura animale, abbiamo vinto un demone, e questa vittoria sviluppa precise conseguenze:

-- il demone è divenuto angelo, vale a dire che l’emozione negativa è stata trasformata in «emozione superiore», un’emozione proveniente dal Cuore invece che dalla macchina biologica: la volgare aggressività diviene l’impeto guerriero del Samurai o del Cavaliere Templare;
-- ogni trasmutazione fa sì che si producano nuove sostanze “sottili” che vanno ad accumularsi nel «corpo di gloria» favorendo la sua crescita;
-- possiamo disporre della potentissima energia del pianeta Marte – archetipo della forza guerriera – al fine di operare atti magici. L’aver compiuto una trasmutazione in noi stessi ci permette di contattare e impiegare in sicurezza energie archetipali che altrimenti, riversandosi in noi, potrebbero distruggerci.
Ogni volta che riusciamo a trasmutare una debolezza in una qualità, senza che nemmeno ce ne accorgiamo in Cielo vengono dati ordini che ci riguardano: una certa categoria di entità astrali da quel momento deve obbedirci, ci deve essere accordata una particolare capacità magica e nella nostra vita verrà cambiata una data condizione. Tutto questo accade che ne siamo consapevoli o meno.
Per “vincere” un demone sono necessari osservazione, ricordo di sé, non-giudizio e perdono. Se osserviamo un aspetto della nostra psiche e lo giudichiamo, cioè lo rifiutiamo, lavorando per eliminarlo, allora non lo vinceremo mai, perché lui si nutrirà del nostro odio per diventare ancora più forte: ogni volta che si taglia una testa dell’Idra, ne ricrescono due. Il demone va esposto al nostro Sole interiore, il Cuore, osservandolo attraverso la luce del perdono e dell’amore. Non va attaccato: Ercole infatti si inginocchia davanti al mostro per poterlo poi sollevare oltre il buio della palude, sotto i raggi del Sole. L’amore solare, innanzitutto verso se stessi, è Fuoco che trasmuta.
... … … continua nel testo La Porta del Mago – Salvatore Brizzi, 2007 – Anima Edizioni
Salvatore Brizzi
www.salvatorebrizzi.com
www.primoraggio.it

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