venerdì 18 marzo 2011

La liberazione ha bisogno di coraggio

Cari amici che spesso mi seguite su questo semplice blog nato per caso a maggio 2010, sono qui oggi per poter davvero dialogare con voi, per aprirmi senza vergogna nè timore di giudizio, per poter forse fungere da spunto per una riflessione più che profonda in ognuno di voi. Probabilmente molti di voi si rispecchieranno in ciò che leggeranno e potranno iniziare davvero a perdonarsi una volta per tutte e iniziare a capire che ciascuno di noi è nato per vivere la propria vita e non quella degli altri.
Non è un atteggiamento egoistico ma si tratta di lasciar andare sensi di colpa che non sono nostri ma sono iniettati silenziosamente dalle persone care che ci circondano che inevitabilmente ci fanno da specchio ma spesso cadiamo nel tranello di dover sempre fare qualcosa per sentirci utili, per aiutare qualcuno ecc.
Ciò che leggerete sono parole di una persona che dal nulla (quel nulla è per me DIO) è giunta per offrirmi la sua mano senza pretendere nulla in cambio.
Ogni persona arriva nella nostra vita per un motivo ben preciso, affinchè impari-AMO lezioni importanti per poter riunirci finalmente al nostro vero essere, alla divinità che è in noi, per riconciliarci con la nostra ANIMA, dalla quale ci sentiamo ancora separati, in realtà noi tutti SIAMO ANIMA, ma il più delle volte l'EGO si maschera bene e ci fa credere che tutto è il contrario di tutto e che l'anima è solo una briciola da lasciare lì inascoltata.
Leggete ciò che segue ascoltanto questa musica.



Ecco le parole più sane che ultimamente io abbia ricevuto:

"Tesoro...
quando veniamo al mondo non sempre nasciamo da genitori consapevoli...è questo ci segna, questo diventa il principale nodo che con il tempo diventa una matassa...
Gli amici, la donna o l'uomo d'amare possiamo sceglierlo, i genitori no...eppure loro sono quelli che ci segnano la vita, che ci marchiano a fuoco con il loro modo d'amare...
Io non sono mamma però ho compreso che quando un genitore mette al mondo un figlio lo fa con l'intenzione di un amore incondizionato, se poi questa intenzione non diventa realtà non è perchè non ci amano ma solo perchè non sono mai riusciti a trovare il modo di dare amore incondizionato, e non ne sono in grado perchè sono schiavi di se stessi, delle loro paure...capita che mettono al mondo un figlio con la fantasia inconscia che quel figlio possa salvarli, possa dargli ciò che loro non hanno avuto, possa liberarli dalle loro paure, con la fantasia che noi non siamo esseri indipendenti ma solo un loro prolungamento, come una parte del loro corpo, un loro braccio, una loro gamba, o ancora peggio qualcosa di vitale, senza la quale non potrebbero vivere...a loro volta è così che gli è stato insegnato ad amare...anche loro sono un prolungamento dei loro genitori...ti sei mai chiesto perchè un genitore arriva ad uccidere un figlio? spesso in questi genitori le loro paure diventano talmente reali che si confondono con la fantasia...così si identificano nelle loro paure e si convincono che l'unico modo per salvare il loro figlio da quei mostri sia quello di eliminarlo fisicamente...oppure proiettano il mostro nel loro figlio e per liberarsene lo uccidono...
Catene di paure, di fantasmi inconsci che ci tormentano, e che si tramandano di generazione in generazione...
In più a questo si aggiungono le esperienze che quel soggetto vive e la sua capacità di comprenderle e chissà un pò di trasformarle, un mix tra la vita del soggetto, le sue capacità e ciò che chi l'ha messo al mondo gli ha tramandato...
Credo che noi siamo nati da genitori che ci hanno creato con il desiderio inconscio che noi li avremmo potuti salvare, rispetto a cosa non lo so, e probabilmente se non si sono guardati dentro non lo sanno neanche loro, così sin da piccoli ci hanno mandato messaggi mirati a questo, tanti inconsapevoli, inconsci, inviati in modo così sottile da arrivare a colpire il nostro inconscio ma non la nostra coscienza, e anche nel caso in cui arrivi a colpire pure quella, con il tempo seppelliamo tutto, per rabbia, dolore, per non sentire quel sentimento di impotenza che in un bimbo è reale, un bimbo cosa può fare per salvare gli altri? o anche solo per aiutare gli altri? deve ancora imparare a badare a se stesso...come può riuscire a badare agli altri?
Eppure c'è chi come noi riesce un minimo a sentire, ad avvertire che non vuole una vita di quieta disperazione così come l'hanno avuta chi prima di noi, ma che vuole fare di più, ma non sa come...e così mette in atto l'unica cosa che è riuscito ad imparare:"Se salvo il mondo, se salvo chi mi ha messo al mondo, salvo me stesso... e finalmente sarò libero, vi aiuterò a liberarvi per liberarmi e per ricevere finalmente ciò che desidero:AMORE INCONDIZIONATO"
Peccato che non funziona...puoi recitare questa formula magica quanto vuoi, tutte le volte che vuoi...non funzionerà mai...
Non è un caso che tu abbia scelto una ragazza molto più piccola di te alla quale hai INSEGNATO tanto...ancora una volta quella formula magica:"Se ti salvo, salvo me stesso, se ti libero, mi libero..." E da qui nasce il bisogno di poter sentire ed essere sicuro che lei sia libera da te affinchè tu ti possa sentire libero da lei, i sensi di colpa ancora una volta ti distruggerebbero, non sei riuscito con la tua famiglia e non sei riuscito nemmeno con lei= non servo a un cazzo, non riesco a fare nulla, ancora una volta sono impotente...sono un FALLITO! Il punto è che non lo sei, perchè quella non è la tua missione...quella non è la missione che ti sei scelto, quella è la missione che le paure degli altri ti hanno imposto e alla quale tu hai legato la tua esistenza...
Così ti dici:"Allora qual'è la mia missione? Che cazzo ci sono venuto a fare qui? Così provi a costruire qualcosa, provi un pò a liberarti, e nel momento in cui trovi il coraggio di fare qualche passo attorno a te, di provare a spiegare agli altri che vuoi essere libero, per trovare conferme, per sentirti dire:"Vai Claudio, sei libero di andare, puoi fare ciò che vuoi, la tua condanna è finita" ecco che invece gli altri in modo subdolo provano a tenerti stretto a sè, con minacce sottili, rivestite da corone di fiori. Ma hai mai visto un condannato a morte senza colpe che vuole fuggire e che per farlo chiede aiuto ai suoi compagni di cella, pieni di paure più di lui? Si sentirà sempre dire:"Mi dispiace mio caro, io non ti posso aprire quella porta, non posso farlo, io non ho la chiave...sono prigioniero tanto quanto te."Per esistere devi restare qui, se provi a fuggire morirai, siamo spacciati, tu non esisterai mai all'infuori di questa prigione, sei solo un prolungamento di questa, di me, per esistere dobbiamo restare in simbiosi...senza di me non hai vita...


Ed ecco che Claudio esplode con tutta la sua rabbia, per dire:"IO ESISTO" e risponde con minaccia a minaccia, se tu non vuoi farmi esistere io non farò esistere neanche te, così o provo ad eliminare te o mi elimino io, ad ogni costo questa cosa deve avere FINE!
Ma la rabbia esplosa non lo fa agire consapevolmente, non attua la fuga in silenzio e con calma, si sentirebbe in colpa nel farlo, farlo significherebbe lasciare lì in prigione le persone che ama e sarebbe libero al caro prezzo di vedere condannati a morte coloro che lo hanno messo al mondo...coloro che gli hanno dato la vita...coloro che gli hanno dato un pò d'amore...
Tutto cambierebbe se ti dicessi che loro in realtà non sono in gabbia, che loro hanno da sempre la chiave in tasca e che preferiscono non usarla? Perchè per loro quella non è una prigione, lo è per te, per loro in realtà è una bellissima casa, accogliente, piena di confort, dove si sentono protetti e che tu puoi andarli a trovare quando vuoi...ogni volta che ti senti invitato e ogni volta che vuoi proporre loro un invito, e che ogni volta che lo farai questo non ti incastrerà, perchè tu non sarai più invischiato?
Vive in te la fantasia che se dici no quando ti va di dire no, e che se lo dici con dolcezza, loro spariranno, che un tuo allontanamento può dargli tanto dolore da portarli alla morte, in realtà l'unica cosa che morirà sarà la tua fantasia di salvarli, quella stessa fantasia per la quale pensi di essere venuto al mondo, quella che ti dà uno scopo, una speranza di felicità in questa terra....Solo che non riesci a vedere che non sei più quel bambino impotente che aveva solo questo modo per esistere...quel bambino che potrebbe essere ucciso dai sensi di colpa...e così pur di non provare quei sensi di colpa che hanno il sapore di morte, urli a chi ti sta intorno:"Vattene via, lasciami in pace" con la speranza che se ne vadano o con l'altra speranza che rinsaviscano e che si risveglino come te e che comprendano l'AMORE INCONDIZIONATO, l'amore libero dalle paure, entrambe facce però della stessa medaglia...entrambi modi che non ti permettono di vedere che quel dolore che puoi fargli provare staccandoti da loro, non ucciderà nè tè, nè loro, ma solo una parte di te che non ha più bisogno di esistere...Nessuno ha colpe in tutto questo, nè tu, nè tua madre, nè tuo padre, nè chiunque altro abbia fatto parte della tua vita, le cose sono andate così perchè dovevano andare esattamente così, tutto questo dolore, tutti questi sensi di colpa, tutti questi invischiamenti dovevano esistere, affinchè qualcuno prima o poi potesse trovare il coraggio di spezzare le catene.. e questo qualcuno sei tu...tu sei nato con quel coraggio tesoro...tu sei venuto al mondo per questo, per mostare al mondo che è possibile...forse tua madre, tuo padre, la tua ragazza e altri attorno a te non lo capiranno, non riusciranno a liberarsi, non hanno questo coraggio...e tu non puoi farci nulla, non è colpa tua...forse vivranno per sempre da schiavi, ma è una scelta loro...libero arbitrio...se tu ti liberi, se tu ti perdoni, puoi perdonare anche loro per non essere in grado di liberarsi,puoi essere in grado di amarli cmq anche da prigionieri, potrai dargli cmq il tuo amore incondizionato, perchè non li ami a condizione che loro ti comprendano, li ami così come sono, con la consapevolezza che forse loro non saranno in grado a volte di comprendere il tuo amore...perchè diverso dal loro modo di amare...e se proveranno a metterti in catene, perchè ti assicuro che la loro inconsapevolezza li porterà subdolamente a farlo, tu riuscirai a dire dentro di te:"No grazie, io sono libero, vi amo, ma non voglio stare in catene" e vedrai che riuscirai a dire no con dolcezza, o anche con un tono duro se la situazione lo richiede ma mai con una rabbia distruttiva, e quando sentirai che le loro richieste sono modi inconsapevoli per metterti in catene, non ti sentirai in colpa perchè anche se loro penseranno che gli stai facendo del male, in realtà stai facendo loro del bene...forse loro non capiranno il tuo volergli fare del bene, come in certi momenti tu non sei riuscito a comprendere quando io l'ho fatto con te...anzi per loro sarà anche peggio perchè sono molto più addormentati di te, ma se seguirai il tuo cuore e sarai in pace con te stesso, sarai in pace con tutti, qualunque cosa ti dicano, qualunque cosa ti possano fare...
Sei venuto al mondo per mostrare al mondo che è possibile, non per imporre loro la tua verità...sei venuto al mondo per dare l'esempio, chi vuole cogliere colga...e soprattutto sei venuto al mondo per riuscire a fare questo con il coraggio che hai dentro al cuore per trasmetterlo a chi verrà dopo di te...che tu voglia figli o no, il tuo esempio resterà cmq...e se vorrai figli ricordati che un figlio cresce libero se nasce da genitori liberi...hai il coraggio per far divenire reale il tuo sogno di libertà...non gettare al vento quel coraggio...USALO...MOSTRA AL MONDO CHE SI PUò ESSERE LIBERI!!!!
Qualunque cosa accada tra di noi, io ti chiedo solo una cosa...custodisci queste parole dentro la tua ANIMA...sono un dono del cielo...sono un dono della mia ANIMA, sono un dono dell'UNIVERSO, sono un dono D'AMORE INCONDIZIONATO.
I tuoi genitori non sono due bambini
che tu devi accudire, ai quali devi badare..
lascia in mano a loro la loro vita...
e lasciagliela, non con rabbia,
ma con amore.
Qualunque cosa accada tu puoi dargli il tuo aiuto solo a patto che questo 
non vincoli la tua vitala tua libertà
e non perchè sei egoista,ma hai il diritto di vivere la tua vita.
Anche se loro non te lo danno, tu ce l'hai lascia in mano a loro
le loro difficoltà e prendi in mano le tue.
Loro in qualche modo faranno...
forse riusciranno, forse no ma non è compito tuo,è compito loro così come è compito tuola responsabilità della tua vita.
Ho visto uomini e donne rienventarsi a qualunque età, ma se tu continui a fare tutto al posto loro, non darai mai loro la possibilitàdi fare le cose da soli . 
datti una possibilità di vivere la tua vita e darai a loro una possibilità di vivere la loro!"
 














giovedì 17 marzo 2011

La notte è incinta - Segui le coincidenze!

Ecco un estratto di un vecchio libro scritto tanto tempo fa, e rileggendolo non ha fatto altro che ridarmi la direzione nel mio attuale percorso..
Un consiglio: seguite le coincidenze, seguite i segni!!



Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, ogni santo giorno incontriamo qualcuno dal quale impariamo qualcosa. Può essere chiunque: il giornalaio, il panettiere, il parcheggiatore, un bambino che chiede l’elemosina, o un semplice sconosciuto che è accanto a noi sul treno, che come noi non è stato avvisato che bisognava scendere alla fermata precedente per cambiare vagone.
E invece quella situazione sembrava fatta apposta perché quel giorno imparassimo una lezione in più sulla vita.
Mancavano quindici minuti per poter prendere la coincidenza di un altro treno diretto in un’altra città
dalla quale poi prenderne ancora un altro per far ritorno a casa. Durante questo viaggio, vi siete aiutati a vicenda nel portare le valigie e nel trovare il modo per poter essere in orario per i propri impegni.
Eravate sicuri che non era un caso aver perso quel vagone.
Eravate li a parlare di tutto. Quindici minuti eterni, come se il tempo non esistesse. 
Storie di vita incredibili senza un inizio o una fine temporale.
Finalmente il treno riesce ad arrivare in questa stazione deserta, dove l’unica anima era una specie di
capostazione anziano la cui unica informazione utile che era riuscito a dare era:
- Il treno arriva fra cinque minuti, e per fare il biglietto dovete andare nella salumeria qui dietro-
Allora in fretta e furia vi siete recati alla ricerca di questa fantomatica salumeria.
Sbalorditi, anziché un etto di prosciutto, avete comprato dei biglietti più che economici. 
Subito di corsa verso la stazione fantasma dove, dopo nemmeno trenta secondi, arriva il treno,come un miraggio da lontano.
Una volta a bordo, vi sembrava quasi impossibile che tutto fosse andato così liscio. E lì c’erano altre
persone che vi guardavano come se foste alieni. E come due fratelli che hanno fin da sempre vissuto insieme, avete iniziato a parlare di ciò che vi era accaduto senza preoccuparvi di cosa potessero pensare gli altri
nella carrozza. Tutti sembravano divertiti e rallegrati da ogni vostro movimento e discorso.
Emozioni, sorrisi e benessere trasmessi tra persone che tra loro non avevano alcun legame. Ma eravate lì come se non vi incontraste da tempo per ridere e scherzare insieme.
Il treno giunge nuovamente a destinazione in un’altra città dove la coincidenza era prevista nel giro di soli
dieci minuti scarsi. Di corsa a fare il biglietto (per fortuna in una normale biglietteria) per poi dirigersi verso il binario giusto, sistemare le valigie sulla carrozza e godersi una meritata sigaretta insieme attendendo il fischio di partenza per casa. L’ultimo tragitto insieme.
Come padre e figlio, come due cari amici, come due bravi e legatissimi fratelli.
Ljubomir dice:
- ricorda amico.. non sono importanti le parole, ma l’energia che tra esse si viene a creare.
Oggi siamo qui chissà per quale coincidenza. Le coincidenze non sono altro che frecce che ti danno la
direzione; e se hai l’animo grande, se hai il cuore aperto, esse ti dicono dove andare. 
Amico, il destino esiste solo se guardi indietro. Dopo aver vissuto ti rendi conto di come è andata e hai la possibilità di poter dire che era destino che andasse così!
Ricorda ancora: “la notte è incinta ”! Partorirà sempre un nuovo giorno. 
Per cui non aver mai timore, amico.

Fare pace con se stessi

A volte ce ne dimentichiamo, altre siamo del tutto inconsapevoli, ma di certo pubblico questo estratto di questo libro perchè lo ritengo non solo in linea con ciò che sento e sto vivendo attualmente ( da parecchi mesi a questa parte) ma perchè è di fondamentale importanza che si prenda consapevolezza di quanto leggerete.
Fare pace con se stessi
di Capuano Lorenzo
17/12/2010
Tutto quello che sentiamo quando qualcuno ci tradisce o ci abbandona, è solo un riflesso del dolore più profondo che prova la nostra Essenza quando siamo noi a prendere le distanze da lei...! Solo amando e perdonando ogni parte di noi, possiamo andare oltre il "bisogno" di essere amati e perdonati dagli altri.

Ti Amo Comunque
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[...] Quando pensiamo che senza qualcuno o qualcosa staremmo male e proviamo un senso di solitudine, angoscia, vuoto, incompletezza, inutilità o smarrimento, non facciamo altro che prendere le distanze da noi stessi. Ci stiamo dicendo che da soli non bastiamo e che abbiamo bisogno di altro per essere felici. In pratica, ci stiamo tradendo! Tutto quello che sentiamo quando qualcuno ci tradisce o ci abbandona, non è niente rispetto a quello che prova la nostra vera Essenza, rappresentata dall’Anima, quando siamo noi a prendere le distanze da lei e quindi da noi stessi!

Nel momento in cui proviamo un Amore travolgente per un’altra persona, senza la quale crediamo sarebbe inutile vivere, stiamo praticamente rifiutando, tradendo, umiliando e abbandonando ingiustamente quella parte di noi più sensibile, unica e che ci è indispensabile per essere felici. Senza contare che, a livello inconscio, stiamo abbattendo la nostra autostima, causandoci una dipendenza verso qualcosa o qualcuno al di fuori di noi e, soprattutto, stiamo creando le basi per vivere una vita infelice! Il fatto di non esserne consapevoli non è certo un’attenuante, anzi, è ancora più grave perché per il resto della nostra vita questo atteggiamento ci spingerà a cercare altrove ciò che abbiamo già dentro di noi, senza mai o quasi mai comprenderlo.

Tuttavia, questa continua ricerca potrebbe essere la nostra salvezza poiché quella parte profonda, sebbene le abbiamo girato le spalle seppellendola viva nell’ombra del nostro essere, rimane sempre attiva dentro di noi; continua a bussare proprio attraverso quelle persone che crediamo ci diano felicità e che, nel momento in cui ci tradiscono o ci lasciano, riaprono una ferita nel cuore, tanto profonda quanto quella che ha provato la nostra vera Essenza quando abbiamo fatto lo stesso con lei. E, tutte le volte che accade, abbiamo l’opportunità (se siamo in grado di comprendere questa dinamica) di ricongiungerci con lei e quindi con noi stessi!

Per questo dobbiamo avere la forza di perdonare chi ci ha ferito, in quanto è come se ci stessimo perdonando per aver fatto lo stesso con noi in passato. Ciò vale anche quando siamo noi a lasciare o a tradire gli altri perché, inconsciamente, abbiamo bisogno in quel momento di rivivere questa esperienza attraverso gli occhi di chi stiamo facendo soffrire... Ma fino a quando non lo capiremo, non faremo altro che alimentare sensi di colpa verso altre persone, che ci spingeranno a non poter mai star bene veramente con qualcuno, finché non ci riappacificheremo prima di tutto con noi stessi. Per questo, quando arriva una crisi di coscienza, tendiamo a chiedere perdono a tutti quelli che abbiamo fatto soffrire in precedenza! Ma questo senso di colpa non potrà placarsi fino a quando non riusciremo a perdonarci per aver ferito, prima di tutti, noi stessi.

Capiremo d’esserci perdonati veramente quando non sentiremo più il bisogno che gli altri ci perdonino dal momento che, nel profondo del nostro cuore, avremo compreso che non li avevamo feriti di proposito ma che eravamo vittime di questa subdola dinamica psico-emotiva... Inoltre, avremo compreso che noi, a nostra volta, rappresentiamo ciò che gli altri fanno a loro stessi, e che quindi essi ci possono perdonare solo quando riescono prima a perdonare loro stessi.
[...]
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Estratto da Ti Amo Comunque di Lorenzo Capuano, Anima Edizioni.

Copyright
© Anima Edizioni. Milano, 2010
© Lorenzo Capuano, 2010

martedì 8 marzo 2011

LAVORARE SULLE PROPRIE PAURE

La paura è assenza di luce, è un inganno così bene inculcato dentro ognuno di noi che si fa fatica non solo a guardarla in faccia ma anche a scoprire quali sono ben radicate in noi.
Do per scontato che la maggiorparte di voi sappia da cosa dipendano e in cosa consiste quella vocina, quel rumore di sottofondo dentro la nostra testa che ci fa illudere che siamo noi a pensare quando in realtà noi siamo
LETTERALMENTE PENSATI!
In ogni caso leggere o guardate LO SFIDANTE (reperebile sul web).

Ora lavoriamo su noi stessi.
Vi proprongo un elenco di paure.
Chi vuole può dire quale tra esse sente di avere tutt'ora scrivendo  tra i commenti "PRESENTE".
Dopodichè come prima cosa fondamentale sarà quella di leggere tutto d'un fiato
il testo LO SFIDANTE (potete anche in privato mandare la vostra mail a info@unitinelrisveglio.com  con oggetto SFIDANTE e vi invio sia il testo in formato PDF che il link del video integrale).


Se rientri in una di queste PAURE allora ricordati che
non sei ancora sveglio o ti stai solo illudendo di esserlo:

"paura di non piacere agli altri, di deludere chi ami, di rimanere solo, di non avere approvazione,di non ricevere attenzioni da altri, di non essere amato, paura di soffrire, paura di non essere considerato, paura di rimanere senza un lavoro, senza denaro, senza una famiglia,paura di perdere gli affetti cari,paura del mondo, degli altri, paura di essere aggredito e attaccato, paura che ti possa accadere qualsiasi cosa inaspettatamente.
Non sai chi sei e ancora non sai cosa fare solo perchè vai contro te stesso...perchè hai paura anche di te stesso.
Ti fai condizionare troppo dai sensi di colpa e dall'esterno.
Ti senti un fallito perchè credi che gli altri ti considerano tale..."
******************************
 

Tu hai due centri. Un centro tuo, che ti è dato dall’esistenza stessa: questo è il sé.
E l’altro creato dalla società: questo è l’ego
 [OSHO]


Iniziamo così un concreto lavoro su se stessi dove poter alla fine riuscire quantomeno a comprendere
il perchè di tante cose che ci accadono dentro e fuori,
e mettere in pratica il compito più difficile che è racchiuso in qualche esercizio

-del RICORDO DI Sé:
1) http://unitinelrisveglio.blogspot.com/2010/09/il-ricordo-di-se-parte-i.html
2) http://www.unitinelrisveglio.com/2010/09/il-ricordo-di-se-parte-ii.html
3) http://www.unitinelrisveglio.com/2010/09/il-ricordo-di-se-parte-iii.html
4) http://www.unitinelrisveglio.com/2011/02/esiste-solo-una-meditazione-osservare.html

-nella non espressione verbale della lamentela e del giudizio (quindi non esternarli):
http://newera74.blogspot.com/2010/04/io-non-mi-lamento.html

-nel perdonare se stessi,gli altri e le situazioni:
1) http://www.unitinelrisveglio.com/2011/03/il-perdono-come-passo-evolutivo.html
2) http://www.unitinelrisveglio.com/2010/11/il-perdono-osho.html

-nell'amare il tuo nemico
-nell'amare il prossimo tuo come te stesso
-nel fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te
-nel porgere l'altra guancia
http://www.vivizen.com/2011/02/larte-del-perdono-e-perche-dico-no-alla.html

Leggete tutto questo materiale e lavorateci su con calma.
Ricordate prima di leggere lo SFIDANTE e poi il resto.
Un abbraccio.

IL PERDONO come passo evolutivo

Generalmente pensiamo di avere molte cose da perdonare agli altri e dimentichiamo di perdonare noi stessi. Infatti ci troviamo a vivere in una cultura che ci ha indotti a sentirci continuamente in colpa ponendo sistemi di regole e norme sia sociali che morali e religiose, penalizzando gli impulsi che provengono dalla nostra natura bollandoli come negativi o antisociali.
In questo modo è stata minata la fiducia in noi stessi e nel nostro sentire allontanandoci sempre di più dalla nostra anima. Ma non solo perché il riferimento continuo a qualcosa imposto dal di fuori ha fatto si che non ricercassimo più dentro di noi la capacità di far fronte ai problemi della vita, ma che aspettassimo che fosse sempre qualcun altro a farlo.
Tutti noi quando abbiamo cominciato a prendere coscienza di noi stessi e del nostro cammino abbiamo dovuto invertire questo processo indirizzando l’attenzione all’interno di noi invece che all’esterno con il risultato di scoprire, tra l’altro, tante qualità che non sospettavamo di avere.
E un po’ alla volta abbiamo incominciato ad assumerci la responsabilità della nostra vita e, in uno sguardo retrospettivo, a capire che eravamo stati proprio noi a procurarci tutto quello che ci era capitato. E’ proprio all’interno di questo processo di comprensione che ci è reso possibile il perdono come un atto di liberazione prima di tutto di noi stessi e poi anche degli altri.
Non c’è più bisogno di trattenere nel nostro campo energetico situazioni di cui abbiamo capito il meccanismo, che non ci servono più e che ci appesantiscono energeticamente.
Dicevo che è importante che perdoniamo anche noi stessi. Per essere liberi nei pensieri e nelle azioni e agire secondo l’energia del momento inserendosi nel flusso della vita è indispensabile liberarsi dei sensi di colpa che affollano la nostra psiche e ci immobilizzano in comportamenti e reazioni legate al passato.
Tutte le volte che seguendo profondi desideri e impulsi siamo andati contro la morale comune perché abbiamo sentito a qualche livello che era bene per noi ci siamo trovati poi a fare i conti con la stessa che ci bollava come colpevoli sottilmente insinuando il senso di colpa nel nostro animo. La comprensione di quanto assurdo è sentirsi in colpa per aver seguito un’istanza che proviene dal profondo di noi stessi si completa con un atto di perdono di sé nei confronti della stessa istanza chiudendo così energeticamente situazioni che ci hanno coinvolto per tanto tempo.
Il non perdono mantiene dei legami nei confronti di persone e situazioni che sono sottili fili energetici attraverso cui si disperde la nostra energia. Questa continua dispersione costituisce per noi un costo molto alto, un costo che continuiamo a pagare per qualche cosa che, nel migliore dei casi, non esiste più. Ma non solo è anche un investimento in situazioni passate che, proprio in quanto tali, non sono produttive invece di concentrare tutta la propria energia nel qui e ora.
Perdonare se stessi libera quindi dai sensi di colpa che ci fanno sentire profondamente indegni rendendoci deboli e vulnerabili nel senso che si diventa facilmente manipolabili. Infatti tra il presunto colpevole e la presunta vittima si instaura un meccanismo che incatena entrambe le parti in un gioco senza fine.
Perdonare gli altri libera dal rancore e dal desiderio di vendetta o di rivalsa e quindi dall’impiego di ingenti quantità di energia indirizzata a questo scopo.
Perdonare se stessi e gli altri scioglie quindi un legame energetico tra le parti che, di conseguenza, si sentono libere da pesi e aggravi che riportano continuamente al passato impedendo di porsi in modo nuovo al presente.
In questo senso il perdono (per-dono) è un dono che si fa a se stessi.
Il perdono è possibile se si supera il giudizio sia nei propri confronti che nei confronti degli altri, comprendendo che ognuno agisce sulla base del proprio momento evolutivo e dei valori con questo connessi.
Infatti atti, azioni, parole che ci feriscono hanno come presupposto e si basano sempre su un giudizio, un giudizio nostro o di altri.
Cosa vuol dire giudicare? Giudicare vuol dire incasellare persone e situazioni, significa imprigionare, cristallizzare qualcosa e non darle la possibilità di cambiare e di fluire come tutto nella vita. Ognuno di noi ha ricevuto giudizi fin dalla nascita perché la nostra esistenza si snoda tra giudizi, colpe, condanne e pene. Siamo stati bollati, incasellati, a volte senza possibilità di appello, e a nostra volta abbiamo giudicato e condannato.
Ma in una visione energetica della vita, di noi stessi e del mondo non esistono innocenti e colpevoli perché tutti energeticamente partecipiamo a ogni azione, cosiddetta buona o cattiva, indipendentemente da chi compie l’azione materiale.
E’ per questo che perdonare se stessi è la prima cosa da fare perché il perdono di sé comporta anche il perdono degli altri. Ed è per questo che benedire tutto e tutti è anche una benedizione per noi.
Non so se considerare la benedizione un corollario del perdono o l’atto stesso in cui esso si esplica. In ogni caso è espressione del fatto che si è arrivati alla comprensione che nella vita tutto è esperienza per cui non ha senso il giudizio e che ognuno ha qualcosa da imparare sia dai propri “errori” che dagli “errori” degli altri e che comunque siamo noi che creiamo la nostra realtà e siamo noi che ci attiriamo le esperienze che ci servono per crescere.
Per riuscire davvero a perdonare e far sì che questo sia un atto che induce un cambiamento in noi è necessario arrivare alla comprensione che ognuno reagisce secondo il suo modo di essere e secondo i propri valori e che nessuno ha il diritto di cambiare gli altri e di pretendere da essi dei comportamenti che siano consoni al nostro modo di essere. Cioè non possiamo aspettarci che gli altri reagiscano come noi avremmo fatto nella medesima situazione.
Questo ci fa capire come il perdono sia qualche cosa per la quale bisogna essere pronti, profondamente, altrimenti resta un mero atto mentale che non è in grado di produrre dentro di noi quella leggerezza, quella liberazione conseguente all’eliminazione di quel cordone energetico che ci teneva legati alle persone verso le quali sentivamo rancore. Ed è attraverso questo cordone che perdiamo energia e andiamo a nutrire proprio coloro che pensiamo ci abbiano fatto dei torti. Infatti il nostro pensiero continua ad andare lì e noi sappiamo che dove va il pensiero va l’energia…
In altre parole raggiungere la consapevolezza che non possiamo avere aspettative nei confronti degli altri e che siamo compartecipi di qualsiasi cosa succede e che noi richiamiamo le esperienze che ci servono per comprendere e crescere è un enorme passo evolutivo che ci porta avanti lungo il cammino per raggiungere l’amore incondizionato. Cioè quell’amore che ci fa accettare noi stessi e gli altri senza giudizio per quello che sono.
Nel momento in cui noi accetteremo gli “errori” come esperienze che ci hanno aiutato sulla strada della conoscenza, verrà meno la necessità del perdono.
Infatti quando guarderemo le cose dal più ampio orizzonte dello Spirito ci accorgeremo che non c’è mai nulla da perdonare perché tutto è frutto di una scelta, e quindi non c’è nessun giudizio da dare, nessun esame da sostenere e nessuno ci darà la pagella finale dal momento che siamo esseri dotati di libero arbitrio.
Ma ora siamo qui a smantellare i rigidi schemi che ci hanno imprigionato costringendoci a meccaniche reazioni: tali sono il senso di colpa e il risentimento.
Vedere il profondo insegnamento che c’è anche nel più spiacevole dei fatti che ci succedono ci permetterà di alleviare i nostri pesi guardando da una diversa prospettiva la nostra vita.
Se riusciremo a vedere negli altri uno specchio di noi stessi e a sentirci tutti legati in quanto parti del Tutto capiremo che un successo nostro lungo il cammino si riflette sugli altri e un successo degli altri si riflette su di noi.
Se riusciremo a vederci tutti su una scala infinita verso il cielo ci accorgeremo che a ogni gradino che ognuno sale fa salire di un gradino tutti gli altri perché non c’è divisione tra noi e gli altri.
Alba ~ www.eoslailai.com

venerdì 4 marzo 2011

Dedicata alla sofferenza improvvisa e inaspettata


-Sto soffrendo da cani, voglio star bene. COME FACCIO?-

Allora devi accettare questo momento ( con tutto ciò che contiene )
senza inabissarlo per non vederlo, o giudicarlo perchè ti fa stare in questo stato..
Più lo condanni, lo accusi e lo giudichi più sarà il tuo tormento.
E' difficile da digerire sia ciò che ti è accaduto sia quello che ti sto dicendo.
Se ti è capitato (anche se è paradossale)
considerala una benedizione dal punto di vista della tua crescita,
perchè solo ora potrai affrontare di petto quella parte di te
che senza questa situazione non sarebbe mai venuta a galla,
e se non l'affronti ora, verrà fuori in altre circostanze e situazioni.
La cosa più immediata e semplice che puoi fare adesso
(ADESSO e non quando "starai meglio" [quella è un'altra illusione della mente per soffrire])
è dare tutta la tua attenzione COSCIENTE
all'emozione che sta nel corpo e al pensiero annesso a quell'emozione.
Qualsiasi siano entrambi, devi osservarli come fossi un testimone imparziale,
che non fa altro che osservare senza esserne partecipe.
Anche se tu senti la sofferenza, tu osserva e basta;
questa specie di testimone esterno si crea col tempo.
L'attenzione consapevole è alchimicamente proprio un fuoco
che brucia e dissolve quel dolore,
ma devi ricordartene 24 h su 24 ogni volta che la mente inizia a ricordare, fare congetture, immaginare ecc.
e quindi anche sull'emozione che ne scaturisce nel corpo.
Quando arriva ti ci devi buttare dentro e OSSERVARE, niente di piu.
Anche se la mente inizia con le seghe mentali del "se fosse stato o non fosse stato allora..."
subito buttati dentro e OSSERVA come se il tuo corpo non fosse tuo
(anche perchè tu non sei il tuo corpo nè la tua mente).
Ora è il tuo momento, non è un caso se ti trovi in questa situazione così tagliente e netta.  
Accettala, dalle il fuoco della tua attenzione consapevole..
amala, non odiarla o condannarla..
si trasmuterà in emozione superiore e finalmente riuscirai a vederla con gli occhi del Cuore aperto.

-Claudio-
Dedicata ad un  caro amico.

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