venerdì 30 novembre 2012

Il simbolismo, la malattia e gli accadimenti


Nel post precedente abbiamo parlato del simbolismo nella vita quotidiana così come nel sogno.
Abbiamo detto che tutto si esprime per simboli in quanto la realtà non è razionale ma ci fa solo comodo che lo sia solo perchè ci da più sicurezza, ci tranquillizza in qualche modo credere di avere un certo controllo su di essa ma non è così a tutti gli effetti. I comportamenti umani sono spinti e motivati da forze del tutto inconsce, a prescindere da tutte quelle che possono essere le spiegazioni razionali che attribuiamo loro. Quando cerchiamo di mantenere intrappolata l'apparenza immediata di una certa "realtà" vuol dire tradirla e pertanto soccombere all'illusione. Occorre andare oltre questa dannata apparenza, sapere leggere i simboli, i significati che stanno al di là. Lo stesso vale per gli eventi catastrofici di origine naturale e non.
Lo stesso vale per le malattie, a partire da un piccolo graffio in un punto preciso del corpo e a finire con una malattia definita dalla medicina ufficiale inguaribile o, catastroficamente, che induce alla morte.
Questo blog è solo per chi vuole decondizionarsi, quindi se chi legge è convinto che la scienza e la medicina, ufficiale come le "goliardiche" spiegazioni dei servizi dei tg, dicano la verità assoluta, allora può anche girare alla larga e continuare a credere al fato, alla sfortuna o al caso.
Qui si parla di una realtà unica, esclusiva e modificabile da ciascuno di noi in base al proprio livello di consapevolezza. Si tratta di far cadere convinzioni imposte dalla nascita e far al contrario riemergere la nostra vera natura,quella esseri eccezionali, esseri incredibilmente autogestibili e autoguaribili.


Ci sono per quanto mi riguarda un sacco di libri interessanti riguardo alla malattia, come quelli della dottoressa GABRIELLA MEREU, CLAUDIA RAINVILLE con il suo libro METAMEDICINA - ogni sintomo è un messaggio, ma consiglio anche una lettura di LA COMPENSAZIONE SIMBOLICA di Giorgio Mambretti. 
La Compensazione Simbolica - Libro
Comprendere i "casi" della vita
Voto medio su 2 recensioni: Sufficiente
16.9

"Quando sorge una patologia o un infezione siamo portati automaticamente ad accusare il microbo, ma se invece andassimo a cercare ciò che ha reso fragile la persona cosa succederebbe? Forse potremmo comprendere perché a causa di uno stesso microbo, certe persone sono affette da gravi malattie infettive mentre altre restano dei "portatori sani".
In questa pubblicazione, leggerete che una malattia è legata a delle esperienze negative, a dei cattivi ricordi. Un cattivo ricordo che influisce negativamente sull'immunità favorendo così le infezioni, i tumori, ecc.! In medicina, siamo accecati da prodezze tecnologiche sempre più stupefacenti, ma la nostra comprensione e la nostra gestione delle malattie (emicranie, Alzheimer, melanoma...) restano a un punto morto. Non ci diamo abbastanza tempo di riflettere e continuiamo a ragionare secondo dogmi e postulati antichi, confondendo fattori di rischio con cause prime.
Questo libro invita a guardare il malato con occhi diversi e a considerare i meccanismi delle malattie e il ruolo del cervello in altro modo. Ormai è innegabile che il materialismo della medicina, non ha mantenuto tutte le sue promesse, non si tratta di rifiutarlo in blocco, ma piuttosto di chiarire e arricchire le conquiste scientifiche, con un nuovo paradigma della medicina."
Nel libro stesso sono analizzate un sacco di patologie e situazioni quotidiane spiegando scientificamente  e con metodo come si è arrivati a comprendere il sintomo partendo da una situazione prettamente interna/psicoaffettiva per giungere alla risoluzione della malattia o del caso in questione.
E' difficile riuscire a portare la gente a comprendere che  il risveglio di un cattivo ricordo possa favorire l'insorgere di una malattia. Quindi nessuno si ammala per sfortuna, ogni malattia avrebbe un senso.
In tutti i casi clinici documentati in questo testo, vediamo che la malattia appare come la COMPENSAZIONE SIMBOLICA a una sofferenza tenuta segreta, inespressa e repressa. I sintomi mettono il soggetto in uno stato che lo protegge e impedisce simbolicamente, ma solo a posteriori, di (ri)vivere la sua sofferenza.
Il libro anche se non a livello completo (perchè ci vorrebbero 10 enormi volumi) spiega un gran numero di malattie e di sintomi e di incidenti di vita quotidiana facendo riferimento anche al cervello, qui definito CERVELLO STRATEGICO il quale dirige l'orchestra simbolica di ciò che ci capita. Ogni organo è come se fosse dotato di un proprio cervello autonomo che tramite le cellule comunica con tutto il resto. Il nostro DNA reagisce simultaneamente alle emozioni dell'essere umano.
L'essere umano inconsapevole, purtroppo, quando s'imbatte in una sorta di trauma psicologico, una frustrazione, una mancanza che non può tollerare a livello emotivo e pertanto alla quale non vuole adattarsi, tenta di colmarla immediatamente, in modo provvisorio e artificiale. Mette quindi in azione, inconsciamente, una COMPENSAZIONE SIMBOLICA per ritrovare questo equilibrio perso. 
Il bambino che si ciuccia il pollice quando la mamma esce dalla stanza e spegne la luce compensa simbolicamente una carenza evidente, quella della protezione e dell'incoraggiamento. Quel pollice in bocca sostituisce momentaneamente il contatto con la protezione materna. La compensazione simbolica è un meccanismo universale, una sorta di mezzo immediato e urgente per evitare uno scompenso di fronte ad una realtà che non si vuole accettare. Tale reazione è generata dall'inconscio, all'insaputa della persona, in modo automatico e incontrollabile.
Dietro alla scelta di un vestito, di una pettinatura, dietro ad un comportamento, un lapsus, un incidente, una malattia, un colpo di tosse, una piaga, un tatuaggio, il proprio lavoro... si nasconde una sofferenza che non ha potuto essere espressa o alleviata.
L'inconscio, tramite il cervello, come solo campo d'azione ha soltanto il suo corpo e/o i suoi prolungamenti simbolici nell'ambiente in cui vive, che lo circonda, come ad esempio la propria casa, oggetti personali, animali, l'automobile.
Però questa compensazione non elimina il problema perchè la sofferenza viene solo momentaneamente mascherata.
Ci vergogniamo nell'esprimere le nostre sofferenza per sentimenti di colpa, mancanza di umiltà, paura del giudizio, egoismo, e non riusciamo spontaneamente a trovare sollievo esprimendo ciò che realmente vorremmo e pertanto lo fa l'inconscio attraverso i suoi simboli.
Sembra stupido ma gli allergeni, le concomitanze esterne, i batteri, i funghi, i virus sono solo catalizzatori che intervengono su comando dell'inconscio, ma la causa è e rimane interna.
Torni a casa, dal tuo compagno perchè non vedi l'ora di esser abbracciata, ma lui parla solo del suo lavoro e si incazza perchè non è ancora pronta la cena, tu non gli dici che vorresti essere abbracciata e coccolata.
Mentre cucini ti bruci sull'avambraccio... hai compensato il CALORE di quell'abbraccio che desideravi..
E' un disaccordo non espresso che mette in moto questo meccanismo.
Ma non voglio rovinarvi il gusto di questo piacevole ed utile libro.
Un grazie a chi me l'ha regalato.

venerdì 16 novembre 2012

E' tutto l'equivalente simbolico di qualcos'altro.


Fate chiarezza in voi stessi. Portate Luce dove vi sembra che aleggi il buio.
A cosa serve comportarsi da semplici "FAN"atici idolatri di qualcosa che si vuole imitare o da cui si pretende il miracolo in cambio di patetiche indulgenze se la cosa da comprendere è che ci si trova in uno stato interiore di vittimismo condizionato dalla cecità il cui velo copre la vista vera che è quella del cuore e della forza che anima "INFINITI MONDI" ? E che essa dovrebbe condurre costantemente alla Vita che tutto pervade nella sua semplicità?
In un universo olografico non vi sono limiti all’entità dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realtà perché ciò che percepiamo come realtà è soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo.
Tutto diverrebbe possibile... La realtà è una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente.

Davvero occorre fare un attimo di SILENZIO dentro se stessi e con se stessi. Ma il SILENZIO non è chiudersi in un monastero sulle vette di un monte, ma zittire per un eterno istante quel vociare esterno imposto come un software dentro la tua testa che ti dice e ti obbliga a pensare e fare ciò che non corrisponde a verità, e la verità è custodita nel tuo personale silenzio quando di fronte al sorriso di un bambino e alla sua innocenza sorridi anche tu e in un'esplosione di consapevolezza scopri che fin'ora hai solo fatto troppo rumore.
A cosa serve fare silenzio?
In un primo momento ti accorgi di tanto chiasso che costantemente fa la tua mente. Essa ti porta a giustificare come eterno e irreparabile la sofferenza.
La tua sofferenza interna si può risolvere?
Certo. Osservala come osserveresti un semplice mal di testa. Quando hai mal di testa sai che è semplice dolore, ma se inizi a giudicarlo sbagliato o giusto che sia, inizia la sofferenza che è non è più del dolore stesso ma diviene mentale, psicologica, falsata, e quindi interna. Osserva quella che tu chiami sofferenza. Osservala semplicemente, senza giudizio, così come osserveresti un semplice mal di testa. Non è detto che vada via subito miracolosamente, ma di certo andrà via e non prolungherà il suo soggiorno in te trasformandosi in sofferenza. Ma ricorda che l'osservatore modifica l'osservato. Osserva in quel silenzio in cui è immerso un filo d'erba che rispetta sia il sole che la luna, sia il caldo che il freddo, sia l'aria mite che il temporale. Questo è un ottimo farmaco, l'auto-osservazione.
Per non parlare poi di tutto ciò che ti accade istante dopo istante sia quando sei sveglio che quando dormi.
Se gli dai sèguito lo accresci dandogli energia. Se lo combatti lo accresci dandogli energia. E' un tranello che ancora non si vuole comprendere! Se gli dai comunque attenzione e importanza tramite la manipolazione inconsapevole dovuta alla rabbia o alla paura, gli dai sempre energia e pertanto gli dai vita!
PAURA e RABBIA sono forme di energia in accumulo. Una è energia al negativo, l'altra in positivo. Hai mai notato che dalla paura potresti correre i 100 metri facendo invidia ad un atleta olimpico? Hai mai fatto caso che dalla rabbia potresti sollevare la tua stessa auto? E' energia, e di essa occorre prendere consapevolezza e controllo. La paura ha certamente la sua funzione conoscitiva ma distruttiva allo stesso tempo. E' giunto il momento di mollarla! Piuttosto che darle potere e farsi comandare a bacchetta da essa, provate a scoprire cosa c'è al di là.. le sorprese saranno certo stupefacenti! La paura è solo una forma di energia sprecata diretta sull'oggetto a cui la associamo.
Ti senti manipolato o forse non sai di esserlo per un semplice motivo: credi come uno sciocco a tutto quello che ti presentano come reale.
Non basta un'uniforme da soldato, da poliziotto, da sacerdote, da cameriere, da presidente per credere che siano reali. Sono pupazzi vestiti a maschera, sono comici come Arlecchino. La parola cane non è il cane, non morde mica rispetto al cane in carne e ossa che accarezzi o da cui scappi. Quindi la scatola chiamata TV non è la realtà, non indica la realtà eppure la sta sostituendo e gli esseri umani assopiti ne fanno un vero e proprio dio.
Inizia ad osservare e a divenire consapevole sia di ciò che sogni che della realtà che vivi quando non sei nel mondo onirico.

L'inconscio accetta il simbolo e la metafora, dando loro la stessa importanza che darebbe a un fatto reale.
Quindi i sogni parlano sempre per simboli e archetipi e non descrivono la realtà letterale ma quella simbolica pertanto dovete leggere attraverso i simboli degli oggetti, delle situazioni, dei luoghi e delle azioni presenti nel sogno.
Occorre dunque comunicare nei confronti dell'inconscio attraverso altrettanti simboli messi in scena attraverso atti coscienti nella vita quotidiana. Per l'inconscio è molto più facile e familiare comprendere il linguaggio onirico che quello razionale.
E la nostra vita che definiamo di veglia non è altro che un'estensione dell'inconscio sempre mantenuta viva da simboli, immagini e situazioni a doppia valenza.
Quando vivi l'oggi, il momento presente, se ci fai caso quell'istante ti sembra reale ma un'ora dopo apparterrà solo alla memoria e le immagini della memoria altro non sono che dello stesso tipo dei sogni.
Quindi si potrebbe dire che stiamo semplicemente cavalcando un sogno e tutto questo si infiltra piano piano nei sogni che facciamo quando dormiamo.
Lo stesso accade per quest'ultimi che si introducono nella nostra vita divenendo realtà. Ciò che sogni finisce per diventare reale solo nella misura in cui riesci ad interpretarlo. Se sogni che da un fondo marino riesci a risalire e trovare il modo di uscire dall'acqua non significa che vivrai quell'esperienza l'estate al mare ma che vivrai o stai vivendo l'esperienza simbolica corrispondente.
Nessuno si chiede perché una malattia improvvisa viene chiamata disgrazia mentre una guarigione immediata viene definita miracolo? Entrambe hanno un'unica radice: sono manifestazioni del linguaggio dell'inconscio. Anche il mondo che definiamo reale in cui viviamo e nel quale crediamo che la realtà sia ciò che può esser spiegato razionalmente è un atto perlopiù psicomagico proprio come il grande Jodorosky ha sempre detto.
Tutto si esprime per simboli in quanto la realtà non è razionale ma ci fa solo comodo che lo sia solo perchè ci da più sicurezza, ci tranquillizza in qualche modo credere di avere un certo controllo su di essa ma non è così a tutti gli effetti. I comportamenti umani sono spinti e motivati da forze del tutto inconsce, a prescindere da tutte quelle che possono essere le spiegazioni razionali che attribuiamo loro. Quando cerchiamo di mantenere intrappolata l'apparenza immediata di una certa "realtà" vuol dire tradirla e pertanto soccombere all'illusione. Occorre andare oltre questa dannata apparenza, sapere leggere i simboli, i significati che stanno al di là. Lo stesso vale per gli eventi catastrofici di origine naturale e non.
È come se vivessimo in un mega inconscio e noi fossimo i vari archetipi in questa grande mente che sogna attraverso tutte le forme che incontra e in cui si specchia. E' tutto l'equivalente simbolico di qualcos'altro. Niente è come sembra. Occorre saper interpretare.
La gente pensa che per vedere l'inferno o il paradiso deve attendere di morire. Ma accorgersi che a volte siamo già morti e non lo sappiamo? E poi com'è possibile non accorgersi che la luce e il buio sono presenti anche qui e adesso? E che spesso viviamo in un inferno a causa di un sonno coscienziale e il paradiso ci guarda attendendo di esser scorto.

«E’ necessario rendersi conto che lo sguardo che attribuiamo agli altri è il nostro stesso sguardo. Il mondo ci vede e ci percepisce in funzione di come ci vediamo e percepiamo. Se ci sentiamo onesti, il mondo non metterà in dubbio la nostra onestà. Se ci sentiamo ladri, invece, attireremo su di noi il sospetto e la diffidenza. E’ importante essere consapevoli del modo in cui percepiamo noi stessi, poiché è questo il nostro sguardo su noi stessi a determinare la qualità e il tenore dei nostri rapporti con il mondo.»
-Alejandro Jodorowsky-

«Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria Anima. Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.»
(Carl Gustav Jung)

sabato 10 novembre 2012

NIKOLA TESLA. Il segreto dell'energia eterna e gratuita.




"La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell' umanità". Nikola Tesla
Vedi il libro "Tesla Lampo di genio" 

Macrolibrarsi.it presenta il LIBRO: Tesla lampo di genio di Massimo Teodorani
Nikola Tesla è stato definito ”l’uomo che inventò il Ventesimo secolo“, il padre dell’Ingegneria elettrica, colui che ha contribuito alla nascita della seconda rivoluzione industriale. Senza saperlo siamo circondati da sue invenzioni:
- Inventò la radio: nel 1893 (ben due anni prima di Marconi) diede una dimostrazione della comunicazione radio.
Inventò il primo motore a induzione di corrente alternata: I suoi brevetti e il suo lavoro teorico formano la base del moderno sistema elettrico a corrente alternata (AC), compresa la distribuzione elettrica polifase e i motori a corrente alternata. E’ grazie a lui se se nelle prese elettrice di casa c’è la 220V a corrente alternata alla frequenza di 50 Hz. Prima di lui si usava la corrente continua il cui principale sostenitore era Edison.
L’utilizzo della corrente alternata deriva dal fatto che:
- gli alternatori sono costruttivamente più semplici e hanno rendimento più elevato rispetto alle dinamo
- il trasporto su lunghe distanze di elevate potenze elettriche è enormemente più economico, grazie al trasformatore
- in corrente continua non è possibile sfruttare i vantaggi di un sistema trifase (minore perdite di trasporto e ottimizzazione dei conduttori)
-Inventò la bobina di Tesla: è un tipo di trasformatore risonante che consiste in due o anche tre circuiti elettrici accoppiati risonanti. Tesla sperimentò una grande varietà di bobine e configurazioni. Le usò per condurre innovativi esperimenti sulla luce elettrica, fluorescenza, raggi X, fenomeni di corrente alternata ad alta frequenza, elettroterapia, trasmissione di segnali elettrici e di energia elettrica senza fili.
Circuiti contenenti bobine di Tesla furono usati commercialmente nei trasmettitori radio a spinterometro per la telegrafia senza fili fino al 1920.[1] Bobine di Tesla modificate sono ancora oggi usate come spinterometro per lampade a scarica usate per l’illuminazione.


Costruì anche la prima stazione al mondo di energia idroelettrica (alle Cascate del Niagara)
- Inventò il tachimetro, l’iniettore, gli altoparlanti, il tubo catodico ma è stato pure lo scopritore dell’illuminazione a fluorescenza, della sismologia e fu il primo ad immaginare una rete di comunicazione di dati su scala mondiale.
Fu il fu il primo uomo a scoprire le onde radio dallo spazio: formulò la teoria di base sui raggi cosmici decenni prima di Millikan.
Comunque, la scoperta potenzialmente più significativa di Nikola Tesla fu che l’energia elettrica può essere propagata attraverso la Terra ed anche attorno ad essa in una zona atmosferica chiamata cavità di Schumann. Essa si estende dalla superficie del pianeta fino alla ionosfera, all’altezza di circa 80 chilometri. Le onde elettromagnetiche di frequenza estremamente bassa, attorno agli 8 hertz (la risonanza di Schumann, ovvero la pulsazione del campo magnetico terrestre) viaggiano, praticamente senza perdite, verso ogni punto del pianeta. Il sistema di distribuzione dell’energia di Tesla e la sua dedizione alla free energy significavano che con l’appropriato dispositivo elettrico sintonizzato correttamente sulla trasmissione dell’energia, chiunque nel mondo avrebbe potuto attingere dal suo sistema.
Le moltissime invenzioni hanno fatto di lui uno dei più prolifici e geniali inventori dell’ottocento e novecento. Le sue capacità creative erano straordinarie come pure la competenza tecnica era notevolissima.
Tesla seguiva un metodo di lavoro diverso dagli altri Uomini di Scienza suoi contemporanei, dando prova delle sue straordinarie facoltà intellettive.
Non era necessario per lui ricorrere a progetti, modelli o a diversi esperimenti pratici per raggiungere l’ottimale funzionamento della sua invenzione. Nella sua mente egli aveva ben chiaro il progetto e laddove era necessario apportare delle modifiche a singole parti, queste operazioni erano attuate solo nell’ambito della viva immagine che lo scienziato aveva della sua scoperta.
Solo quando egli riteneva che il suo congegno fosse a uno stato ottimale di progettazione, egli dava incarico ai suoi collaboratori di procedere alla costruzione, dando loro per filo e per segno le misure di ogni singolo pezzo che componeva il motore. E, una volta costruito, il progetto funzionava!
Tesla lasciò scritto: “Provo continuamente un senso di profonda e inesplicabile soddisfazione nell’apprendere che il mio sistema polifase viene usato in tutto il mondo per illuminare i momenti oscuri dell’esistenza, per migliorare la qualità della vita; e che il mio sistema senza fili, in tutte le sue essenziali caratteristiche, viene utilizzato per rendere un servizio e per dare felicità alla gente in ogni angolo del mondo“.
È stato uno scienziato brillante, un profeta che leggeva realmente nel futuro, ma che il suo tempo non fu in grado di comprendere. Il risultato finale è stato che uno dei maggiori benefattori dell’umanità è stato dimenticato. Alla sua morte tutto il suo lavoro fu dichiarato “top secret” dalla FBI, dalla Marina Militare americana e dal Vicepresidente Wallace.

Fonti:

Breve Biografia

Nikola Tesla nacque nella notte fra il 9 e il 10 Luglio 1856 a Smilijan. Il padre, Milutin Tesla di origine serba, era un ministro del culto ortodosso. Sua madre, Duka Mandic, abile ricamatrice, era una donna non istruita (non era andata a scuola per accudire i propri fratelli e le proprie sorelle dopo la malattia che aveva reso cieca la madre), ma era dotata di memoria prodigiosa. Tesla ha sempre ricordato che la propria madre citava interi testi della Bibbia e di poesia e affermava di avere ereditato da lei molte delle proprie abilità, non solo una memoria fotografica ma anche altre facoltà intellettive come una notevole inventiva e industriosità. Ella infatti ricavava dalle fibre vegetali delle piante da lei coltivate il filo utilizzato nei lavori di ricamo e di cucito (2).
Dopo aver terminato gli studi di fisica e matematica al Politecnico di Graz, Austria(3) (contemporaneamente aveva iniziato a studiare filosofia all’Università di Praga), studiando 19 ore al giorno e dormendo solo due, il nostro dimenticato scienziato provò sempre di più strani fenomeni, risalenti all’infanzia.
Nel buio poteva sentire l’esistenza di oggetti “come un pipistrello”. Non solo.
E’ vero che fin dall’infanzia VEDEVA LAMPI DI LUCE CHE INTERFERIVANO LA SUA VISIONE DEGLI OGGETTI REALI, ma in quel momento all’età di venticinque anni, l’intensità di tali lampi di luce non solo era aumentata, ma addirittura questi lampi lo circondavano costantemente.
La sua reazione a tali fenomeni consistette nel fatto che un semplice concetto, espresso verbalmente, si delineava nella sua mente come un’immagine che egli vedeva e sentiva come se fosse reale.
Ma Tesla non era nuovo a queste esperienze. Tesla stesso, nella sua autobiografia, dichiara che nell’età adolescenziale, quando era solo di notte, viaggiava in mondi sconosciuti e lontani, dove intraprendeva nuovi studi e intraprendeva delle conversazioni con individui che gli parevano reali come il mondo esterno. Egli stesso esclude che tali fenomeni siano state delle semplici allucinazioni.
Già all’età di diciassette anni, in seguito a questi fenomeni, eglì scoprì di poter creare delle invenzioni nell’intimo della propria sfera psicologica, della propria mente, avendo l’immagine davanti a sé dell’invenzione compiuta, riuscendo a definire le eventuali modifiche che era necessario apportare senza ricorrere a disegni, progetti, modelli o esperimenti compiuti nel mondo esterno. Con nostro stupore, questo è sempre stato il metodo di lavoro di Tesla.
Non sembra poi così audace sostenere che lo Scienziato Croato sia venuto a contatto con altri mondi e altre dimensioni.
Molti anni dopo, nel 1899, nel suo laboratorio a Colorado Springs, il suo trasmettitore ricevette un segnale che si ripetè continuamente. Egli affermò di aver ricevuto un messaggio dallo spazio. Fu ridicolizzato per questa sua scoperta. Egli comunque, fu il primo uomo a scoprire le onde radio dallo spazio(6).
In un’altra fonte da noi usata per questo lavoro si afferma che Nikola Tesla lavorò con la tecnologia relativa al viaggio nel tempo. Si crede che le sue conoscenze provengano da entità di altri mondi(7).
In ogni caso, è proprio in questo periodo in cui Nikola Tesla affronta queste singolari esperienze, che egli inizia ad avere brillanti idee nel campo della fisica e inizia a dedicarsi anima e corpo al principio della corrente alternata.
Nel 1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all’Engineering Department del Central Telegraph Office, inizia ad elaborare il concetto della rotazione del campo magnetico che rese la la corrente alternata, quale è tutt’oggi, uno strumento indispensabile per la fornitura di corrente elettrica.
L’anno successivo, il nostro scienziato, sempre più interessato al principio della corrente alternata, si trasferisce a Parigi, essendo stato assunto dalla Continental Edison Company.
Nel 1883 egli dà vita al primo motore a induzione di corrente alternata, in pratica, un generatore di corrente alternata.
Nel 1884, il giovane Tesla, desideroso di far conoscere le proprie scoperte, si reca negli Stati Uniti, sempre per lavorare alla corte di Edison.
Tesla espose i concetti della sua scoperta relativa alla corrente alternata al grande Edison. Tuttavia, quest’ultimo era un fiero sostenitore della tecnologia relativa alla corrente diretta, e le idee espresse suscitate dal giovane scienziato croato non suscitarono alcun interesse.
Tesla non si perse d’animo e continuò a lavorare duramente per Edison.
Anche se non troppo volentieri, accettò l’incarico datogli da Edison di provvedere alla modifica della progettazione della dinamo, cioè generatori, di corrente diretta. E vogliamo sottolineare che il suo appoggio alla produzione e distribuzione di corrente alternata non era motivato da fini egoistici di successo personale.
La produzione e distribuzione di corrente alternata implicano costi minori (in particolare la distribuzione copre spazi più ampi) rispetto alla produzione e distribuzione di corrente diretta.
Tesla era sì teso al vedere affermate le proprie scoperte e invenzioni, ma perché queste erano destinate a “far vivere meglio,” a contribuire al miglioramento delle condizioni dell’uomo.
Purtroppo, in questo primo tempo, prevalsero l’uso e l’interesse relativo alla corrente diretta, non solo perché Edison aveva un forte sèguito nel mondo scientifico, ma anche perché i grandi magnati dell’epoca avevano fino a quel momento investito e finanziato nella tecnologia relativa la corrente diretta.
Non solo: a questo stadio, Tesla non solo vide respinte le proprie idee e innovazioni, ma dovette subire dalla una beffa dallo stesso Edison: per l’opera di modifica dei generatori di corrente diretta, a Tesla era stato promesso un compenso di 50,000 $. Una volta terminato il proprio compito, egli si vide rifiutato il proprio credito dallo stesso Edison con una battuta ironica di dubbio gusto.
Le nostri fonti sostengono infatti che Edison liquidò Tesla con la frase ” Tesla, voi non capite il nostro humour americano”, sostenendo in pratica che la ricompensa promessa fosse uno solo scherzo.
Non sembra troppo difficile comprendere il motivo per cui il nostro Uomo di Scienza abbandonò la Edison Company.
Nel frattempo, seguendo sempre il suo metodo, Tesla giunse ad un’altra delle sue brillanti scoperte, la bobina di Tesla, un trasformatore ad alta frequenza, che è uno strumento indispensabile per la trasmissione, e quindi la fornitura a case ed industrie, della corrente alternata.
Nel maggio del 1885, il magnate Westinghouse acquistò i brevetti di Tesla relativi soprattutto, al motore a corrente alternata e alla bobina. Così da creare la Westinghouse Electric Company.
In base ad un contratto stipulato fra Westinghouse, Tesla avrebbe ricevuto dei compensi altissimi, in particolare un milione di dollari per i brevetti e le royalties. Tuttavia se Westinghouse avesse poi pagato tali somme, la Westinghouse Electric Company avrebbe dovuto sopportare dei costi troppo alti e si sarebbe trovata in difficoltà sul mercato rispetto alle concorrenti aziende.
Tesla si recò da Westingouse affermando: “I benefici che deriveranno alla società dal mio sistema di corrente alternata polifase è per me più importante dei soldi che entreranno nelle mie tasche. Mr. Westinghouse, voi salverete la vostra azienda così potrete sviluppare le mie invenzioni. Qui c’è il vostro contratto e qui c’è il mio, li strappo a pezzetti e non avrete più problemi con le mie royalties”.
Non c’è dubbio che Tesla sia stato un uomo coerente con sé stesso: egli ha sempre affermato che lo scopo della scienza era il miglioramento delle condizioni dell’umanità. E questo episodio mostra quanto egli ritenesse che lo sviluppo, lo sviluppo delle condizioni materiali (e psicologiche) dell’Uomo fosse l’obiettivo che l’Uomo di Scienza doveva a tutti i costi raggiungere, anche a costo di sacrificare il proprio vantaggio personale.
Grazie al suo gesto Westinghouse potè rimanere nel business e diventare ricco. Tesla al contrario, no. Egli ha preferito che altri diventassero ricchi, raggiungessero quindi il successo economico e che tutta l’umanità, quindi godesse dei vantaggi delle sue invenzioni.
Schivo dal successo personale ed egoistico, egli era felice di trasmettere il proprio successo agli altri. Tesla forse, è stato uno dei primi che ha capito che cosa volesse dire la parola “Successo”.
Ognuno di noi è teso verso il futuro, al successo personale, limitato e chiuso. Tesla al contrario, comprese che il successo non era solo questo ma era di più: la condivisione e il trasferimento dei propri risultati e conquiste agli altri, al mondo esterno. Circa gli scopi che l’Uomo di Scienza deve conseguire, disse: “L’Uomo di Scienza non mira ad un risultato immediato. Egli non si apetta che idee avanzate siano immediatamente accettate. (…) Il suo dovere è fissare i principi fondamentali per quelli destinati a venire dopo e indicare la strada”. E questo è accaduto spesso nella vita di Tesla, perché egli ha aperto la strada, nella creazione di importanti innovazioni, a Uomini di Scienza divenuti più rinomati di lui.

Energia gratuita ed inesauribile a disposizione di tutti

Tesla sosteneva l’esistenza in natura, di campi energetici, di “energia gratuita” cui diede il nome di etere. E attraverso l’etere, si potevano trasmettere, ad esempio, altre forme di energia.
La convinzione dell’esistenza nell’Universo di un’energia inesauribile e potentissima sorse in lui nell’età infantile, quando giocando a palle di neve con gli altri ragazzini, aveva assistito ad una slavina.
Egli era convinto che quella frana sia stata provocata da una semplice palla di neve e che era bastato un piccolo urto per avere il fenomeno della slavina, con le sue conseguenze. Egli dedusse quindi che esisteva un’energia immagazzinata nel cosmo che, se opportunatamente sfruttata, poteva rendere possibile l’utilizzo della tecnologia umana.
Nel maggio del 1899, si recò a Colorado Springs dove istallò un laboratorio.
Egli riteneva possibile, infatti grazie a questo “pozzo di energia inesauribile”, l’etere, trasmettere energia elettrica a località lontane senza la necessità di ricorrere ai fili di conduzione elettrica, e quindi agli elettrodotti.
In particolare, scoprì che la Terra, o meglio la crosta terrestre, era un ottimo conduttore di energia elettrica, dal momento che un fulmine che colpisce il suolo, crea delle onde di energia che si muovono da un lato della terra all’altro.
Egli istallò nel proprio laboratorio un’enorme bobina che aveva lo scopo di mandare impulsi elettrici nel sottosuolo, così da permettere il trasferimento di energia elettrica a lampadine poste a una notevole distanza.
A Colorado Springs tutti gli abitanti potevano osservare l’enorme e strana antenna, alta 60 metri che terminava con un globo di ferro. Molti sono stati i testimoni che videro accendersi 200 lampadine senza collegamento di fili elettrici a 40 Km di distanza.
Egli sosteneva che la zona dell’atmosfera terrestre posta a 80 Km dal suolo, detta ionosfera, era fortemente conduttrice, e quindi poteva essere sfruttata per trasportare energia elettrica verso lunghe distanze. Ma era necessario risolvere il problema di come inviare segnali elettrici ad una tale altitudine.
Un esperimento particolare con quell’antenna resterà nella storia di questa civiltà: un fulmine uscì dal globo di ferro in cima all’antenna, crebbe di dimensioni fino a diventare un globo elettrico che mandava verso il cielo lampi scoppiettanti di lunghezza almeno di 50 metri. La zona fu pervasa da rombi di tuono e l’erba assunse il colore di un verde brillante come se ci fosse fosforescenza. Il fatto più traumatico sicuramente fu quello sopportato dagli abitanti, i quali, camminando nelle strade, vedevano sprizzare scintille elettriche che dai loro piedi finivano sul selciato. Dopo tanto spettacolo anche il finanziere J.P. Morgan, convinto del genio inventivo di Tesla, investì ben 150.000 dollari nel progetto della trasmissione d’energia. Perciò Nikola Tesla si trasferì a New York e cominciò la costruzione della prima torre per le comunicazioni a Long Island: la Wardenclyffe. Questo avveniva nel 1900.
Tesla si mise subito al lavoro, procedendo alla costruzione di una torre altissima nelle scogliere di Wanderclyffe, Long Island, New York.
La Wanderclyffe Tower non era altro che uno sviluppo delle idee maturate da Tesla a Colorado Springs.
La torre consisteva in una struttura in legno ed era impiantata nel terreno grazie a dei “tubi” di ferro, conduttori di energia elettrica. Alla sua sommità si trovava una sfera di acciaio. Tre anni dopo, quando la Wardenclyffe fu completata, Tesla annunciò un’altra delle sue scoperte: sarebbe bastato dare una potente energia ai suoi trasmettitori per trasformare la litosfera terrestre in un gigantesco portalampade. Bastava in pratica infilare un bastone metallico nel terreno, collegarlo ad un trasformatore, per avere elettricità a volontà. Tesla era dell’opinione che per generare l’energia iniziale fosse sufficiente usare impianti idroelettrici. Il punto debole di tanta invenzione stava nel fatto che se il trasmettitore avesse inviato, anziché su tutto il globo in maniera uniforme, una forte quantità d’energia in un solo punto, allora si sarebbe verificata una distruzione totale. Secondo i calcoli, con questo sistema si poteva inviare tranquillamente un’energia pari ad una bomba nucleare da 10 megatoni. La storia ci ricorda che Tesla non ebbe mai la possibilità di sperimentare la sua rivoluzionaria invenzione. Nel 1903 il magnate contrariato dall’idea di “energia gratuita”, quindi non possibile oggetto di transazioni commerciali ritirò il finanziamento.  A quel punto Tesla fu abbandonato da tutti. Sommerso dai debiti, dovette svendere il laboratorio di Colorado Springs per pochi dollari, tanto che nel 1906 non ebbe più soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti della Wardenclyffe, che rimase vuota. Fu proprio in quel periodo che la vita di Tesla iniziò a rivestirsi di mistero.
Intanto il 12 Dicembre 1901 il mondo fu sconvolto da una notizia sensazionale: Guglielmo Marconi aveva trasmesso la lettera “S” oltreoceano, da una località in Cornovaglia tale informazione era stata trasmessa a Newfoundland, in America.
Alla notizia della trasmissione del segnale da parte di Marconi, Tesla affermò che lo scienziato italiano aveva utilizzato 17 dei suoi brevetti. Non sembra azzardato affermare che fu Tesla comunque, che per primo lavorò con le onde elettromagnetiche radio. Del resto esistono dei brevetti, patents, che provano ciò. (U.S. patents #645,76 e #649,621).
Tuttavia nel 1904, poi, l’ufficio brevetti americano cambiò la sua decisione, assegnando a Guglielmo Marconi il brevetto per la radio.
Solo nel giugno del 1943, cinque mesi dopo la sua morte, la Corte Suprema degli Stati Uniti in una sua decisione, (caso 369, 21 Giugno 1943) riconobbe che Tesla aveva per primo inventato la radio.
Tutt’oggi, si riconosce ancora a Marconi questa invenzione, perché questi per primo inviò un segnale oltreoceano.

Fonti:

Wardenclyffe Tower e HAARP

Una cosa è certa però: l’invenzione di Nikola Tesla, conosciuta come la trasmissione d’energia elettrica senza fili, verrà in seguito applicata ma non per scopi benefici. Tesla in proposito lasciò scritto: “Il successo pratico di un’idea, indipendentemente dalle sue qualità inerenti, dipende dalla scelta dei contemporanei. Se è al passo coi tempi, essa viene rapidamente adottata; in caso contrario, è destinata a vivere come un germoglio che sboccia, attirato dalle lusinghe e dal calore del primo sole, per essere poi danneggiato e crescere con difficoltà a causa del gelo che s’impone.”
Questo gelo è stato recentemente sciolto, purtroppo. Nell’evoluzione tecnologica militare degli Stati Uniti da qualche anno è comparso il progetto HAARP (High Frequency Active Auroral Research Project). Il Pentagono ci sta facendo credere che si tratti di un innocuo esperimento, mentre ci troviamo di fronte ad un’arma che agisce sulla ionosfera con probabili sviluppi indescrivibili per gli esseri viventi. Nel 1987 il consulente dell’Atlantic Richfield Corporation (ARCO), il fisico Bernard J. Eastlund, applicò tutte le sue risorse intellettive per riprendere il brevetto di Nikola Tesla della Wardenclyffe. Il nuovo sistema è stato denominato: “Metodo ed apparecchiatura per l’alterazione di una regione dell’atmosfera, ionosfera e/o magnetosfera terrestre“. Che è la stessa zona dell’atmosfera studiata da Tesla per realizzare la trasmissione di energia senza perdite da una capo all’altro della Terra. In verità il metodo doveva servire ad Eastlund per scoprire vasti giacimenti di gas naturali che la compagnia petrolifera ARCO stava cercando in Alaska.
Quando gli studi avevano raggiunto un certo successo, intervenne il fisico nucleare Edward Teller (uno dei più accaniti scienziati USA, che si è dedicato alla costruzione della bomba atomica e soprattutto di quella all’idrogeno), che fece nascere nuove iniziative segrete, atte a portare avanti il sistema militare di “Guerra Stellare”. In breve tempo l’Alaska si è trasformata nell’ultima frontiera di ricerca militare.
L’installazione principale del Progetto HAARP si trova in Alaska, a Gakona, 150 miglia circa a nord-est di Anchorage. La scelta di questo sito è stata fatta per tre motivi fondamentali:
- La sua vicinanza al Polo e quindi alla zona di concentrazione delle linee magnetiche del nostro pianeta.
- La presenza di notevolissime fonti energetiche naturali nel sottosuolo.
- La sua distanza dai centri urbani.
Il programma HAARP ha portato alla costruzione di un sistema di 360 antenne, alte 23 metri, capaci di trasmettere, con l’obiettivo di migliorare le comunicazioni militari, un “raggio” d’energia ad alta frequenza nella ionosfera. La ionosfera è quella parte di regione atmosferica che inizia sui 50 Km d’altitudine e termina intorno agli 800 Km. Secondo le indiscrezioni più recenti, quest’arma sarebbe capace di interferire con estese zone dell’atmosfera e quindi, secondo la logica militare, abbattere missili ed aerei e qualche cosa d’altro.
Esistono oltre 400 brevetti collegati al progetto HAARP e la maggioranza di questi sono progetti offensivi o per meglio dire sono armi offensive. Rimane sempre la logica che sfrutta il sistema d’irraggiamento a fascio d’energia, diretto dalla terra verso lo spazio. Si può veicolare l’alta frequenza energetica in una zona dove è stata istallata un’antenna ricevente, ma si può irradiare, oltre che nelle zone militari, anche in centri urbani.Naturalmente non è sfuggito agli alti comandi militari l’utilizzo di una simile tecnologia per abbattere oggetti volanti d’origine extraterrestre, se ciò fosse naturalmente possibile.Pure gli scienziati sovietici si sono dedicati ad una simile ricerca per oltre 25 anni, sino a quando il cambio politico e lo smembramento dell’URSS hanno determinato un fortissimo indebolimento economico, con conseguente privazione dei necessari sostegni finanziari agli istituti d’investigazione.
Oltre alla sede di Gakona, ci sono altre installazioni simili, dislocate in varie parti del pianeta. La prima si può localizzare in Arecibo (Porto Rico), la seconda a Fairbanks in Alaska, la terza a Tromso (Norvegia), poi a Pine Bush in Australia, a Steeplebush in Inghilterra e Niscime in Italia. Sicuramente si stanno costruendo altre installazioni del genere nell’emisfero meridionale del pianeta.
Si è saputo che nell’impianto pilota di Gakona si è in grado di irradiare 1.700.000.000 di Watt in atmosfera. Questo è effettivamente lo sviluppo negativo dell’invenzione di Tesla. Egli odiava la guerra e, a tal proposito, dichiarò: “Non si può abolire la guerra mettendola fuori legge. Non vi si può porre fine disarmando i forti. Ma si può fermarla rendendo tutti i paesi in grado di difendersi. Ho appena scoperto una nuova arma di difesa che, se verrà adottata, trasformerà completamente i rapporti tra le nazioni. Le renderà tutte, grandi e piccole che siano, invulnerabili a qualsiasi attacco proveniente dalla terra, dal mare o dall’aria. Bisognerà, in primo luogo, costruire una grande officina per fabbricare quest’arma, ma quando sarà completata, sarà possibile distruggere uomini e macchine in un raggio di 320 Km.”
Nel 1934 Tesla descrisse in un articolo un’apparecchiatura simile al laser, affermando: “Questo strumento proietta particelle che possono essere relativamente grandi o microscopiche, che permettono di trasmettere a gran distanza un’energia milioni di volte più forte di quella ottenibile con qualsiasi altro raggio. Così una corrente più sottile di un filo può trasmettere migliaia di cavalli vapore. E nulla le può resistere.”
A causa delle sue dichiarazioni, corse voce che Tesla avesse inventato un “raggio della morte”. Egli immediatamente replicò: “L’invenzione di cui ho parlato, a diverse riprese, non ha niente a che vedere con ciò che comunemente viene definito ‘raggio della morte’.”

L’automobile spinta dall’etere di Nikola Tesla

La città di Buffalo, nel nord dello stato di New York negli USA, fu silenziosa testimone di un fatto straordinario nel corso di una settimana durante l’estate del 1931. Nonostante la depressione economica avesse compromesso la produzione e i commerci, la città nondimeno rimaneva una fucina di attività. Un giorno, tra le migliaia di veicoli che ne percorrevano le vie, una lussuosa automobile si fermò accanto, al marciapiede presso il semaforo di un incrocio. Un passante notò come si trattasse di una berlina Pierce-Arrow ultimo modello, coi fari che s’integravano con grazia nei parafanghi nel tipico stile di questa marca. Quello che caratterizzava l’auto in quella fredda giornata estiva era l’assoluta assenza di emissione di vapore o fumi dal tubo di scarico. Il passante si avvicinò al guidatore e attraverso il finestrino aperto commentò l’assenza di fumi dallo scarico. Il guidatore ringraziò il passante per i complimenti sottolineando che era così perché l’automobile “non aveva motore“. 
Questa dichiarazione non è stravagante o maliziosa come potrebbe sembrare. C’era una certa verità in essa. Infatti, la Pierce-Arrow non aveva un motore a combustione interna;aveva invece un motore elettrico. Se l’autista si fosse preoccupato di completare la sua spiegazione al passante, avrebbe potuto dirgli che il motore elettrico non era alimentato da batterie – da nessun tipo di “carburante”.
L’autista era Petar Savo, e nonostante stesse guidando quell’auto non era il responsabile delle sue incredibili caratteristiche. Queste erano il lavoro dell’unico passeggero, un uomo che Petar Savo conosceva come uno “zio”: non altri che il genio dell’elettricità Nikola Tesla.
L’auto elettrica, sebbene sembri un concetto moderno, è stata brevettata nel 1839 da un imprenditore scozzese Robert Anderson.
All’inizio del ventesimo secolo, per le automobili elettriche le prospettive erano luminose. Futuristi come Jules Verne avevano anticipato veicoli elettrici alimentati da batterie che erano meccanicamente più semplici, silenziosi, inodori, facili da adoperare e con meno problemi di qualunque automobile con motore a benzina.
Nell’automobile con motore a benzina occorreva regolare la valvola a farfalla, l’anticipo dell’accensione, pompare sull’acceleratore e far girare il motore con una manovella. In un’auto elettrica bastava soltanto girare una chiave e premere l’acceleratore. Rilasciando l’acceleratore l’auto rallentava immediatamente.
Se necessario, in un’epoca in cui vi erano poche officine per auto, un normale elettricista poteva eseguire la manutenzione del semplice motore a corrente continua. Non vi era olio da cambiare, né radiatore da riempire, né pompe della benzina o dell’acqua da sistemare, nessun problema di carburazione, nessuna marmitta che si arrugginiva, nessun differenziale o trasmissione da controllare, e nessun inquinamento! Il grasso e l’olio erano limitati a un paio di cuscinetti a sfere del motore elettrico e ad alcuni raccordi del telaio.
Per le loro consegne i grandi magazzini impiegavano camion elettrici. I medici iniziarono a recarsi alle visite al domicilio dei pazienti con “l’elettrica”, sostituendo il proprio cavallo e calesse con qualcosa di altrettanto semplice da mantenere. Le donne preferivano le auto elettriche per la facilità di guida. Poiché le vetture elettriche erano limitate in velocità e autonomia dalle loro batterie, diventarono popolari come trasporti cittadini.
Al di fuori delle città, le strade dell’America di allora erano così primitive che diventarono riservate ai veicoli con motore a combustione interna, più veloci, con autonomia maggiore e in rapido progresso. Così, negli USA vi fu una specie di età dell’oro per i veicoli elettrici dopo che il resto del mondo iniziò ad abbandonarli. Detroit Electric, Columbia, Baker, Rauch & Lang e Woods furono le principali aziende tra quelle che producevano questo tipo di veicoli elettrici; si svilupparono nella loro nicchia di mercato con una serie di carrozzerie formali, spesso eleganti.
Il tallone d’Achille delle vetture elettriche, comunque, fu sempre la densità energetica delle sue batterie, ovvero la sua scarsità. Le batterie erano dei tipo al piombo, pesanti e ingombranti, e sottraevano molto spazio prezioso. Il peso eccessivo riduceva la maneggevolezza e limitava le prestazioni, anche per gli standard di quegli anni. I veicoli elettrici non potevano superare i 70- 80 Km/h , poiché a queste velocità la batteria si poteva distruggere in un attimo. Spunti attorno ai 60 Km/h si potevano sostenere per tempi brevissimi, e la tipica gamma di velocità dei percorsi era di 25- 35 Km/h . Le batterie richiedevano ricariche ogni notte e l’autonomia massima superava difficilmente i 160 chilometri. Nessun costruttore di veicoli aveva mai installato un generatore elettrico di corrente continua, che avrebbe potuto restituire piccole quantità di energia alle batterie mentre il veicolo era in movimento, aumentandone così l’autonomia. Vi furono promesse su future potenti batterie innovative sin dai tempi di Edison, ma alla fine non se ne vide traccia.
Non appena la velocità e l’affidabilità delle automobili a benzina migliorarono, le auto elettriche furono abbandonate e rimasero le preferite dai pensionati e dalle signore anziane. L’introduzione della messa in moto elettrica nelle auto a benzina mise il chiodo finale alla bara delle auto elettriche.
Durante l’estate del 1931, Tesla invitò Savo a Buffalo, nello stato di New York, per mostrargli e collaudare un nuovo tipo di automobile che aveva sviluppato di tasca sua.Casualmente, Buffalo è vicina alle cascate del Niagara – dove era entrata in funzione nel 1895 la stazione idroelettrica a corrente alternata di Tesla che lo aveva innalzato al culmine della stima da parte della scienza ortodossa. La Westinghouse Electric e la Pierce-Arrow avevano preparato questa automobile elettrica sperimentale seguendo le indicazioni di Tesla.
Tradizionalmente, le auto elettriche montavano motori a corrente continua alimentati da batterie, dato che quella continua è il solo tipo di corrente che le batterie possono fornire. Si sarebbe potuto utilizzare un convertitore corrente continua/corrente alternata, ma a quei tempi tali dispositivi erano troppo ingombranti per essere montati su un’automobile.
Il crepuscolo delle auto elettriche era già passato da tempo, ma questa Pierce-Arrow non venne dotata di un semplice motore a corrente continua. Si trattava di un motore elettrico a corrente alternata progettato per raggiungere 1.800 giri al minuto. Il motore era lungo 102 centimetri con un diametro di 76, senza spazzole e raffreddato ad aria per mezzo di una ventola frontale, e presentava due terminali di alimentazione indirizzati sotto il cruscotto ma lasciati senza collegamento. Tesla non disse chi costruì il motore elettrico, ma si ritiene che fu una divisione della Westinghouse. Sul retro dell’automobile era stata fissata un’antenna di 1,83 metri.
Petar Savo raggiunse il suo famoso parente, come quest’ultimo gli aveva chiesto, e a New York salirono assieme su un treno diretto verso il nord dello stato omonimo. Durante il viaggio l’inventore non commentò la natura dell’esperimento.
Arrivati a Buffalo, si recarono presso un piccolo garage dove trovarono la nuova Pierce-Arrow. Il Dr. Tesla sollevò il cofano e fece qualche regolazione sul motore elettrico a corrente alternata sistemato al suo interno. In seguito si recarono a predisporre gli strumenti di Tesla. Nella camera di un hotel delle vicinanze il genio dell’elettricità si mise a montare il suo dispositivo. In una valigia a forma di cassetta si era portato dietro 12 valvole termoioniche. Savo descrisse le valvole “di costruzione curiosa”, sebbene in seguito almeno tre di esse siano state identificate come valvole rettificatrici 70L7-GT. Furono inserite in un dispositivo contenuto in una scatola lunga 61 centimetri , larga 30,5 e alta 15. Non era più grande di un ricevitore radio ad onde corte. Al suo interno era predisposto tutto il circuito elettronico comprese le 12 valvole, i cablaggi e le resistenze. Due terminali da 6 millimetri di diametro e della lunghezza di 7,6 centimetri sembravano essere le connessioni per quelli del motore.
Ritornati all’auto del l’esperimento, misero il contenitore in una posizione predisposta sotto il cruscotto dalla parte del passeggero. Tesla inserì i due collegamenti controllando un voltmetro.
“Ora abbiamo l’energia”, dichiarò, porgendo la chiave d’accensione a suo nipote. Sul cruscotto vi erano ulteriori strumenti che visualizzavano valori che Tesla non spiegò.
Dietro richiesta dello zio, Savo mise in moto. “Il motore è partito”, disse Tesla. Savo non sentiva alcun rumore. Nonostante ciò, coi pioniere dell’elettricità sul sedile del passeggero, Savo selezionò una marcia, premette sull’acceleratore e portò fuori l’automobile.
Quel giorno Petar Savo guidò questo veicolo senza combustibile per lungo tempo, per circa 80 chilometri attorno a Buffalo, avanti e indietro nella campagna. Con un tachimetro calibrato a 190 chilometri orari a fondo scala, la Pierce-Arrow venne spinta fino a 145 km/h , e sempre con lo stesso livello di silenziosità del motore.
Mentre percorrevano la campagna Tesla diventava sempre più disteso e fiducioso sulla sua invenzione; cominciò così a confidare a suo nipote alcuni suoi segreti. Quel dispositivo poteva alimentare le richieste di energia del veicolo per sempre, ma poteva addirittura soddisfare il fabbisogno energetico di un’abitazione – e con energia in avanzo.
Pur se riluttante, inizialmente, a spiegarne i principi di funzionamento, Tesla dichiarò che il suo dispositivo era semplicemente un ricevitore per una “misteriosa radiazione, che proviene dall’etere” la quale “era disponibile in quantità illimitata”.
Quando chiesero a Tesla da dove arrivasse l’energia, data l’evidente assenza di batterie, egli rispose riluttante: “Dall’etere tutto attorno a noi”.
Alcuni suggerirono che Tesla fosse pazzo e in qualche modo collegato a forze sinistre e occulte. Tesla fu incensato. Rientrò assieme alla sua scatola misteriosa al suo laboratorio di New York. Terminò così la breve esperienza di Tesla nel mondo dell’automobile.

Fonti:

Teoria dinamica sulla gravità

Tesla scrisse:
Ho elaborato una teoria dinamica della gravità in ogni dettaglio, e spero di rilasciarla al mondo molto presto. Spiega le cause di questa forza, e il moto dei corpi celesti sotto la sua influenza in modo cosi soddisfacente, che metterà fine alle inutili speculazioni e false concezioni, come quelle della curvatura dello spazio. Secondo i relativisti, lo spazio ha una tendenza alla curvatura che appartiene a una inerente proprietà o presenza dei corpi celesti.
Volendo attribuire una parvenza di realtà, tale idea fantastica si contraddice comunque. Ogni azione è seguita da una reazione, e gli effetti dell’ultima sono direttamente opposti a quelli della prima. Supponendo che gli astri agiscano sullo spazio circostante causandone la curvatura, alla mia mente appare che gli spazi curvi debbano reagire sugli astri e, producendo gli effetti opposti, annullare le curvature. Poiché azione e reazione coesistono, ne consegue che la presunta curvatura dello spazio è totalmente impossibile; ma anche se esistesse, non spiegherebbe i moti  degli astri osservati. Solo l’esistenza di un campo di forza può spiegare questi moti, e l’assumerla prescinde dalla curvatura dello spazio. Qualsiasi letteratura sul soggetto è inutile, e destinata all’oblio.
Negli anni Ottanta si dimostrò che aveva ragione: uno studio sulla dispersione di energia in una pulsar chiamata PSR1913+16 dimostro che le onde gravitazionali esistono e la concezione di Tesla sulla gravità come effetto del campo venne considerata più seriamente di quanto non avesse fatto Einstein. Sfortunatamente, però, Tesla non rivelò mai che cosa lo avesse portato a una tale conclusione, e non illustrò mai la sua teoria della gravità al mondo.
Infatti la teoria della relatività di Einstein non era condivisa da Tesla:
Io continuo a ritenere che lo spazio non possa essere curvo, per il semplice fatto che esso non può avere proprietà. Sarebbe come affermare allo stesso modo che Dio ha delle proprietà. Egli non ne ha, ma solo degli attributi di nostra invenzione. Di proprietà si può parlare solo per la materia che riempie lo spazio. Dire che in presenza di corpi enormi lo spazio diventa curvo è equivalente ad affermare che qualcosa possa agire secondo nulla. Io mi rifiuto di sottoscrivere un simile modo di vedere.
Per approfondire la questione di Einsten e della teoria della relatività visitare la sezione Einstein.
Fonti:

Vedi il libro
Macrolibrarsi.it presenta il LIBRO: Tesla lampo di genio di Massimo Teodorani

giovedì 18 ottobre 2012

La realtà non è ciò che ti hanno raccontato

Questo è un capitolo all'interno dell'ultimo libro da me pubblicato riguardante la questione della realtà e della distorsione dell'interpretazione dei fatti in cui ci immergiamo a causa di una visione imposta inconsapevolmente.


Il Coraggio di Riscoprirsi - Libro
Ultimi appunti di viaggio. Con la prefazione della dott.ssa Viviana Guarini laureata in psicologia clinica.
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La realtà non è ciò che ti hanno raccontato

«Il mondo che tu credi di conoscere, il mondo che ti è stato messo davanti è soltanto il frutto di una descrizione. Siediti e ascolta senza porre l’etichetta del giusto o sbagliato su quanto sto per raccontarti. Evita di polarizzarti e rimani neutro nel tuo centro silenzioso ma pur sempre operativo. Tu sei sempre stato convinto di conoscere il mondo. Tutto ciò che ti circonda, tutto ciò in cui sei immerso da quando ti alzi al mattino a quando ti infili nel tuo letto, è solo una semplice composizione di fatti che ti danno l’illusione di sapere davvero cosa sia la realtà. Ma tu conosci il mondo in base a come ti è stato descritto dalla tua venuta in questo piano di realtà di cui cogli solo un’impercettibile parte. Devi comprendere che tutti siamo stati bambini ed essendo un adulto una sorta di maestro agli occhi del fanciullo innocente, quest’ultimo non fa che essere inconsapevolmente accondiscendente nei suoi confronti e per tanto si lascia trasmettere solo quella che è la sua personale e soggettiva descrizione del mondo, a sua volta condizionata e filtrata dal modo in cui gli è stata descritta. Quindi non può che essere una visione limitata e irreale.
Devi riuscire ad accorgerti che il mondo nel quale la tua vita si svolge è solo una delle innumerevoli interpretazioni e descrizioni di una pièce teatrale condivisa dall’intera umanità. Tu credi di vivere e vedere una certa realtà,  ma quello che vedi è solo frutto di una descrizione fittizia, comunemente accettata dall'essere umano, delle innumerevoli realtà esistenti purtroppo filtrata dai veli dell'ottusità. Puoi considerarla come una sorta di partecipazione ad una realtà fittizia comunemente accettata quasi a suon di regola inequivocabile, dove, se tenti di oltrepassare la zona rossa – i famosi limiti imposti dal sistema – rischi di esser considerato l’anomalia, la valvola fuori posto, il pazzo, l’asociale, il fuori di testa. Potresti arrivare ad essere etichettato come colui che fugge dalla realtà, quando invece la stai solo trascendendo per imparare a vederla per ciò che è davvero. Questo ti lascia ben intuire che incontrerai sempre altri esseri umani con la loro visione, il loro condizionamento, le loro convinzioni e credenze, superstizioni, paure e desideri, fantasie, preoccupazioni. Gente che vive in un mondo attraverso il filtro del proprio mondo,  che sia immaginato o meno.
Per questo non potrai mai costringere – e ti consiglio di essere cauto se cocciutamente vuoi farlo – qualcun altro ad andare d’accordo con te a tutti i costi solo perché stai iniziando a percepire la realtà non più come eri stato abituato.
Amore e odio, il bello e il brutto, il bianco e nero, esistono solo nella mente. Ogni individuo crea un proprio mondo del bene e del male, del piacere e del dolore, dell'odio e dell'amore, attraverso la propria immaginazione e descrizione del mondo ricevuta. Dunque il bene e il male, il piacere e il dolore, l'odio e l'amore non hanno origine dagli oggetti, ma sono soltanto atteggiamenti della mente.
In questo mondo non vi è nulla che sia buono o cattivo: è solo la tua mente che crea un tale stato.

Se adesso ti ritrovi questo libro tra le mani, non è certamente un caso. Il caso non esiste e ne ho parlato ampliamente nei miei precedenti libri. Renditi conto e diventa consapevole che il tuo spirito è in fermento. Sta letteralmente bollendo e vuole condurti verso una verità che continui tutt’ora a temere perché sei stato abituato a crearti delle aspettative anche sull’aria che respiri, perché sei letteralmente condizionato in ogni pensiero e di conseguenza anche nell’azione e nella risposta emotiva a determinate situazioni che sistematicamente si presentano nella tua vita. Adesso è il momento di alzarti con quel coraggio che solo tu hai, e credimi, nessuno può dartelo né insegnartelo, tranne il tuo stesso spirito. Anche se adesso hai la sensazione di sentirti soffocato da una visione ormai ristretta di una realtà fittizia, subdola, illusoria, fa l’unica cosa che può permetterti di accelerare il passo: perdona te stesso per aver permesso al demone, nascosto nella tua mente, di soffocare  la potenza del tuo spirito guerriero. In questa maniera eviterai di danneggiare altri solo perché  hai lasciato accadere che tutto questo fosse fatto anche a te.
Ho imparato una cosa dalla vita. Ciò che danneggia il proprio spirito, ciò che lo soffoca è avere qualcuno che, in maniera ossessiva e opprimente, ti dice continuamente ciò che devi o non devi fare in base a quella che è la descrizione distorta e falsata della sua visione del mondo.
La vita sta suonando le campane dall'alba di ogni tempo, ma tu non ti vuoi svegliare e continui a sognare in una bolla quando invece potresti vivere un sogno cosciente all'aria aperta.»


Il Coraggio di Riscoprirsi - Libro
Ultimi appunti di viaggio. Con la prefazione della dott.ssa Viviana Guarini laureata in psicologia clinica.
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Lealtà Invisibili: Liberarsi dai Modelli Familiari Ripetitivi e Creare il Proprio Destino

 La ripetizione dei modelli familiari attraverso le generazioni è un tema centrale nell'approccio transgenerazionale e nelle costellazi...