Passa ai contenuti principali

Una prigione scambiata per casa propria

In questi giorni notavo alcuni miei comportamenti nella mia vita quotidiana. Mi son accorto che non c'è mai fine a un lavoro su stessi, MAI! A volte ritornano.. e si, ritornano schemi, programmi e meccanismi inconsci che ci fanno vivere in balia di determinati ed obsoleti condizionamenti insediati in noi fin dalla nascita, e non solo di questa vita. Occorre davvero essere presenti in queste situazioni. La mente viene sballottata da un pensiero ad un altro.. ma??? Non sono davvero pensieri partoriti consapevolmente. Questo riaccade quando si tenta di fuggire troppo velocemente, con la fretta accecante che porta in sè una dose di rabbia troppo grande e spesso incontrollata. Abbiate pazienza perchè non si abbandona una prigione nel giro di cinque minuti ma si programma anche una via di fuga, che poi non è una fuga vera e propria ma una liberazione che avviene dall'interno. Ci si sgancia semplicemente dalle catene e dalla palla al piede che noi stessi ci siamo fatti mettere.
A questo proposito vi regalo un estratto di un mio libro IL SOFFIO DELLA COSCIENZA.
Una scena in cui sono in una prigione e ne divento consapevole poco alla volta.

"  Comprendo che ci voleva un piano degno di evacuazione. Era necessaria intelligenza, astuzia e volontà. Dovevo arrivare a quella porta sovvertendo le abitudini di quel posto, la routine e tutte le regole, imposte da chissà chi, che costringevano tutti i prigionieri a ritenere normale quello stato di prigionia di cui nessuno era consapevole. Tutti erano condizionati da un'idea illusoria di libertà. Ai bambini venivano date delle pillole strane e me ne accorsi nei giorni a seguire che passarono inesorabili. Ebbene si. Rimasi lì molti giorni perché la fretta non mi avrebbe portato buoni frutti. Cattivo mi spiegò che quelle pillole erano date con la scusa che servissero a far addormentare i loro corpi dopo l'ora di cena in quanto alle ventidue in punto tutti dovevano andare a dormire e chi non dormiva e cercava di restare sveglio rischiava una malattia che portava alla morte. E con la scusa della morte li inebetivano ancora di più e se qualcuno provava a fare domande su cosa ci fosse al di là del mondo quale essi conoscevano, ossia il carcere, venivano subito accusati di un'altra malattia. Li si etichettava come malati mentali o visionari e venivano allontanati dagli altri prigionieri perché era accusata di essere una malattia mortale e contagiosa. E con l'iniezione della paura e di false credenze si riusciva a mantenere quella prigione in uno stato di controllo dove il sovversivo, colui che chiedeva una mezz'ora in più di ora d'aria, colui che chiedeva alcol al posto di acqua, colui che voleva andare a letto più tardi, era considerato un pericolo per tutti. Rischiava di contagiare gli altri con la sua sfrontatezza e la sua audacia. Gli inservienti avevano i loro ruoli all'interno della prigione. Chi con un grado maggiore, chi no. Avevano regole rigide da rispettare e godevano di illusori privilegi come cibi più prelibati, vino rosso a cena il sabato sera, musica la domenica mattina, giocare con un pallone in un androne con altri loro simili, e persino fare delle richieste particolari tramite lettera in cambio di prestazioni particolari quali, ad esempio, insegnare ai bambini quale fosse la storia vera - per modo di dire - di quel posto.
   Ovvio che era tutta una storia modificata, a volte inventata e piena zeppa di comandi post ipnotici per allevare altri prigionieri inconsapevoli della loro condizione.
   Ormai avevo compreso che questo meccanismo era incredibilmente orchestrato a dovere per chissà quale scopo superiore. A questo ci sarei prima o poi arrivato. Ma era importante cercare di capire come liberarmi. Se avessi provato la forza, la violenza, l'indignazione, la rabbia estrema, la fuga rumorosa non sarebbe di certo servita.    Cercavo di osservare tutti i movimenti sia degli inservienti sia dei prigionieri. Cercavo di non fare domande troppo sospettose per non mettermi nei guai. Mi fingevo uno di loro ma nel frattempo studiavo ogni minimo particolare per scoprire una falla nell'ingranaggio del sistema che era stato costruito a pennello.

Il Soffio della Coscienza - Libro

Il Soffio della Coscienza - Libro

Il Soffio della Coscienza - Libro

Sei sicuro di essere sveglio?

(9)
Prezzo € 11,00
 affrettati!

Commenti

  1. Ciao Claudio , che ne pensi del Nuovo Ordine Mondiale , del sistema monetario e industriale moderno , del potere delle società segrete compresa la massoneria ? ... questo scritto mi ha fatto pensare a quell'immensa prigione spacciata per libertà che è la " realtà " politica e sociale che viviamo e che con l'avvento del NWO sarà ancora più grande ... credo che il NWO si possa sintetizzare come un'immensa schiavitù mentale spacciata per libertà dalle stesse vittime

    RispondiElimina

Posta un commento

I commenti a scopo offensivo, di ingiuria e senza un legame con tale argomento verranno rimossi.

Post popolari in questo blog

"Lì dove è stata perduta" il nuovo film di Claudio Guarini sulle personalità

Questo film nasce con il principale intento e obiettivo di trasmettere un messaggio, cioè quello di far comprendere a chi lo guarderà che la nostra vita, il nostro quotidiano è condizionato da una o più personalità. Esse sono state quasi sempre messe in moto sin dalla nostra infanzia, da quando eravamo bambini, periodo in cui hanno cominciato a nascere, a costruirsi nell’osservare i nostri genitori in determinate situazioni che hanno messo la mente in una situazione di disagio, di sofferenza, di mancanza, il cosiddetto trauma emotivo e psicologico. La mente ha creato un suo filtro attraverso il quale ha iniziato a vedere la propria vita, creando idee distorte su se stessi, sul mondo esterno, sul proprio maschile e sul proprio femminile. Un altro aspetto che viene affrontato e sottolineato all’interno della pellicola è il rapporto di coppia, la relazione in generale, ma anche quella con il proprio compagno/a e con i propri genitori. Si affronta un meccanismo che possiamo chiamare “rappo

La chiave è dentro te stesso

  Tutte le volte che ripeti a te stesso “ho paura, non ce la faccio”. Tutte le volte che guardi allo specchio e tenti di cambiare te stesso rompendo l’immagine che hai di fronte. Tutte le volte che, anziché fare un passo, lo fantastichi nella tua mente. Tutte le volte che ti ritrovi a fare la vittima, accusando il mondo esterno. Bene. Tutti questi momenti non parte della realtà, ma di un’illusione in cui stai solo recitando un ruolo, condizionato da un’unica paura, quella della responsabilità. Responsabilità dei tuoi pensieri, delle tue parole, delle tue azioni, della tua vita. La responsabilità di ciò che sei davvero. Qualcuno ha detto “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Ma io adesso ti dico che non si tratta di un grande potere o un grande responsabilità. Una volta che hai compreso l’opportunità che il cambiamento può offrirti, hai l’occasione di abbandonare una volta per tutte l’illusione per poterti immergere nella verità. La tua responsabilità sta nel mostrare co

L'inganno della personalità

"Lì dove è stata perduta"  , il film è stato in particolar modo per me, un mezzo per elaborare alcuni dei meccanismi delle personalità, soprattutto legati all'aspetto narcisistico e manipolatorio delle dipendenze affettive. Lo scopo del film non è solo l'elemento cinematografico, ma il messaggio che esso contiene, ossia quello di iniziare un vero lavoro di osservazione e crescita interiore, che tutti noi ogni giorno portiamo avanti. Qui di seguito metto in evidenza un nodo psicologico fondamentale espresso nel film, ma analizzandolo più nel dettaglio. Prova ad immaginare di avere una conversazione con Dio, con lo Spirito che è dentro di te e che guida ciascun essere umano. Chiedigli di mostrarti la verità su di te. E se la risposta fosse proprio questa? "Ciò che ti ostini a difendere è l’atteggiamento distruttivo della personalità legata alla paura dell’abbandono. Quando il partner sembra assumere un atteggiamento più distaccato, quindi non da mamma o papà, allor