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L'aridità. Ciò che è vecchio va lasciato andare.

Ci sono momenti nella vita in cui tutto ti sembra arido, privo di ispirazione, di spinte motivazionali. Momenti in cui non senti, o meglio, ti sembra di non sentire più emozioni. Una sorta di apatia, di ignavia emozionale che, come una spirale, ti porta negli abissi più profondi di te stesso. Ti conduce nelle parti più celate del tuo inconscio dove sono custodite le chiavi d'accesso a quelle porte che mai avresti pensato di aprire; porte al di là delle quali un mondo nuovo e inaspettato sembra attendere solo il tuo arrivo. Non temere, è solo aridità. Un cibo difficile da mandare giù, ma di grande utilità. È il momento del vuoto, della tabula rasa, del radere al suolo tutto ciò che è vecchio, tutto ciò che ti ha portato dove sei ora, ma che non ti serve più.  Arido, secco, prosciugato fino a non emettere più neanche un brivido di comunicabilità. È da qui che ricominci a mettere alla prova te stesso, che inizi a camminare in una nuova terra le cui regole non sono certo quelle del deserto da cui provieni. Adesso stai scoprendo nuovi modi, nuovi mondi, nuovi paesaggi, nuove sensazioni che via via lasciano quelle sensoriali di un corpo abituato alle illusioni e si dirigono verso orizzonti dal sapore del tutto differente. Affini i sensi che divengono più elevati e raffinati, che non dipendono più da vecchie e obsolete convinzioni, che non ti costringono a comportarti come un essere meccanico e ripetitivo, ma ti lasciano intravedere  la realtà per il puro gusto di essere quella realtà in tutte le sue sfaccettature. Hai arato il terreno per poter seminare le basi di una nuova vita, quella della rinascita di ciò che sei veramente: un'anima che aveva solo bisogno di liberarsi dalle catene delle illusioni in cui era imprigionata, e che adesso è impaziente di poter esprimersi in tutta la sua bellezza. Una bellezza che non ha eguali, caratterizzata da una Luce che con tutta probabilità hai solo potuto immaginare. Ma l'immaginazione non è che il canale che ti conduce a interpretare il linguaggio dell'Anima. Essa è stata fin troppo maltrattata e ignorata e adesso è stanca a tal punto che l'aridità è stata forse la via dell'accettazione più incline alla sua liberazione. Adesso può ripartire e cantare gli inni della vita, ma di una vita vera, senza menzogne né tranelli. Una tela su cui dipingere non certamente un sogno di fuga dalla realtà, ma un sogno dal quale cominciare a costruirne una di dimensioni e colori infiniti, senza limiti, senza paure, senza illusioni.
Una terra arida non è mai la fine di tutto ma solo il ponte tra il vecchio e il nuovo mondo.
Buon viaggio.

Claudio Guarini.

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